Dejanira in visita al Priorato

‘’Alzati dormigliona! Il sole sta per sorgere ed è ora che ci mettiamo in cammino!’’
Furono queste le parole che interruppero il sonno di Dejanira. La ragazza aprì gli occhi a fatica, ci mise qualche secondo per abbandonare quel mondo incantato nel quale la sua mente la portava ogni volta che chiudeva gli occhi. Appena riacquistò la giusta lucidità guardò oltre il bordo del letto e scorse la sagoma di una persona, strinse gli occhi per mettere a fuoco l’immagine.
‘’Clorinda! Ma…ma…che ci fai a casa mia a quest’ora?...e..come hai fatto ad entrare?’’
La sua cara amica Clorinda era in piedi accanto al suo letto e la guardava con un’espressione di rimprovero addolcita da un lieve sorriso.
‘’Se non lasciassi la porta aperta vedresti che la gente non ti piomberebbe in casa! Fortuna che ero io e non qualche malintenzionato, o peggio, qualche spietato brigante! Di questi tempi poi…ti prego cara, cerca di stare attenta!’’ la canzonò.
Dejanira sbadigliò profondamente ‘’Sarà fatto Clorinda’’ si strofinò gli occhi ‘’Senti un po’, per dove dobbiamo partire?’’
Clorinda la fissò per un paio di secondi, poi sbottò ‘’Ma come per dove? Te lo sei dimenticato? Ti avevo detto che oggi saremmo andati a far visita al Priorato!’’
Il Priorato? All’improvviso a Dejanira tornò tutto in mente. Ma certo! Clorinda le aveva parlato molto del Priorato, così tanto che lei aveva deciso di andarci un giorno e la sua cara amica si era gentilmente offerta di accompagnarla.
‘’Oh ma certo Clorinda, come ho potuto dimenticarmene, non ti preoccupare, sarò pronta in due secondi!’’ mentre diceva questo, Dejanira balzò fuori dal letto e cercò di corsa un vestito adatto.
‘’Su dai, ora non fare tutto di corsa’’ le disse Clorinda sorridendo ‘’Ti ho portato una bottiglia di latte appena munto, partiremo non appena avrai fatto colazione’’ aggiunse poi.
Dejanira si preparò adeguatamente e andò in cucina a fare colazione. Finì dopo pochi minuti.
‘’Bene Clorinda ho finito, possiamo partire ora’’
‘’Perfetto, in viaggio allora! Non dimenticarti di portare con te qualche provvista, ci aspetta un’intera giornata di cammino’’.
Quando uscirono di casa stava albeggiando, si poteva sentire ancora l’aria fresca della notte. Dejanira sentì un brivido correrle lungo la schiena: era emozionata, non vedeva l’ora di arrivare al Priorato, ma allo stesso tempo era agitata. Quel turbinio di emozioni la lasciò leggermente frastornata.
Le due imboccarono la strada che conduceva fuori le mura e in poco tempo si lasciarono San Miniato alle spalle.
Camminavano a passo svelto, la voglia di arrivare il prima possibile era davvero tanta.
Durante il viaggio parlarono molto e di molte cose, come era loro solito, e la stanchezza esitò nel farsi sentire.
Si fermarono solo una volta vicino ad un ruscello per rinfrescarsi e consumare un pasto veloce.
La stanchezza iniziò a farsi sentire quando ormai il sole stava calando. Dejanira camminava lentamente e con lo sguardo basso, mentre Clorinda sembrava più fresca e la precedeva a passo deciso.
‘’Oh bene! Dovrai fermarti, cara Dejanira, se non vorrai finire diritta addosso al portone’’ disse ad un certo punto Clorinda.
Sentendo quelle parole, Dejanira alzò lo sguardo e si fermò di colpo: davanti a lei si ergeva un’imponente fortezza che aveva come ingresso un portone di dimensioni notevoli. La fanciulla rimase per un momento spiazzata, certamente non aveva mai visto edifici di quelle dimensioni.
‘’Bè, vuoi stare a guardarlo ancora per molto oppure nel tuo prossimo futuro hai intenzione di bussare?’’ le disse l’amica con il suo solito tono ironico.
‘’Si..ehm…scusa…ora busso’’
Dejanira sospirò profondamente, allungò la mano e battè per due volte sul portone.
‘’Ben fatto cara’’ disse Clorinda sorridendo ‘’Ora non resta che aspettare che qualcuno ci apra’’.

Erano rimaste ad attendere tutta la notte, Shelene non sapeva capacitarsi che ancora non fossero venuti ad accoglierle.
"Bhè un Cavaliere del Priorato di Sion non si abbatte per così poco! Probabilmente stanno facendo una esercitazione... aspettiamo fiduciose". Dette queste parole Clorinda tirò fuori dalla sacca il buon latte delle sue mucche, qualche panino datole da Alyx e carote e finocchi del suo orto. Ne offrì all'amica e dopo essersi ristorate si mise di buona lena a tagliar frasche e costruì una piccola capanna appoggiata al muro del Castello.
"Vieni Deja... riposiamoci un poco... presto ci accoglieranno... forse avrei dovuto avvertirli, ma sei la prima persona che conduco in visita al Priorato. Spero tanto che il maestro non mi sgridi per non averli avvisati."

Pigreco giunse sulle mura della fortezza in serata.
Gli era giunta voce che Sorella Shelene si era incamminata verso il Castello del Priorato, ma del suo arrivo ancora non vi era traccia...

"Guardia, avete notizie di Sorella Shelene?" chiese a chi era di vedetta sulle mura e, stupito dall'l'impassibilità del Fratello di guardia, gli si avvicinò notando immediatamente il suo stato catatonico "dovrò chiedere al Gran Marescalco di rivedere le disposizioni circa la durata dei turni..." pensò, poi chiese che il povero Fratello venisse assistito e sostituito.
Fu mentre osservava in basso che notò una piccola costruzione in legno appoggiata alle mura della Fortezza.

"Come è potuto accadere che nessuno abbia notato questa cosa?!" chiese con un moto di rabbia "è comprensibile che una Guardia fallisca, intollerabile che lo facciano tutte! Ora, cortesemente, correte a vedere chi ha costruito quella capanna contro le mura..."

Un drappello di Soldati si mosse imbarazzato.

Ed ecco che la vide.
Sorella Shelene faceva capolino dalla capanna proprio quando il grande portone veniva aperto per far uscire le Guardie, ma non era sola... la seguì una giovane Dama.

Il Principe Sovrano Maestro attese che le due venissero accompagnate in Sala di Rievimento, le avrebbe accolte personalmente.

Clorinda vide che finalmente le guardie si erano accorte della loro presenza. Passando loro vicino le guardò con uno sguardo di solidarietà, sapeva bene con quanta dedizione montavano la guardia e certo i turni erano stati particolarmente pesanti e si sentiva un po' in colpa per aver innalzato addirittura la capanna. Come al solito un po' troppo impulsiva e non sempre pensava alle coseguenze che i suoi gesti avrebbero potuto produrre. Cercò di farsi forza e si ripromise in cuor suo di ponderare meglio le proprie azioni in futuro.
Una volta nei lunghi Corridoi del Priorato si sentiva a casa, prese la mano dell'amica e in silenzio arrivarono nella sala del ricevimento. Clorinda fece accomodare l'amica sul divano e le offrì un sorso di una bevanda dissetante che il Gran Maestro metteva sempre a disposizione degli ospiti, caso mai ne fossero arrivati all'improvviso.
Sicuramente presto sarebbe arrivato qualcuno ad accogliere Dejanira.

Dejanira vide le guardie arrivare, guardò Clorinda allarmata, ma subito l'amica la rassicurò con un sorriso.
Quando il portone si aprì ebbe un sussulto. Il cuore le batteva forte, quasi come se volesse uscirle di forza dal petto.
''Ecco, ci siamo'' disse tra sè.
Seguì Clorinda dentro l'edificio.
Poichè il sole era ormi tramontato da un pezzo, l'ambiente era alquanto oscuro e l'unica fonte di luce erano le torce appese alle pareti, che proiettavano le loro ombre sugli alti muri di pietra.
Mentre camminavano, Clorinda le porse la mano, lei gliela prese e, senza neppure rendersene conto, gliela strinse fortissimo. Dejanira guardò l'amica e si accorse che lei la stava guardando a sua volta, con aria perplessa.
''Ehm, scusami'' le sussurrò, e allentò la presa.
Arrivarono dentro una grande sala.
Al centro di essa, vicino ad un grande camino, c'era un divano.
''Accomodati cara, ti porto qualcosa da bere'' le disse Clorinda.
Dejanira si sedette, ma era così tesa che non riusciva a stare comoda.
Clorinda si sistemò accanto a lei e le porse la bevanda, Dejanira ne bevve un sorso e insieme aspettarono l'arrivo di qualcuno.

Max entrò nella sala debolmente illuminata da alcune lucerne e vide la consorella Shelene che porgeva una bevanda a una fanciulla che non aveva mai incontrato al castello.
Era sicuramente la visita di cui avevano dato notizia i confratelli del corpo di guardia al castello.

Guardando negli occhi scuri l’ospite si presentò:

“Sono Max_renaissance Asburgo d’Argovia responsabile della giustizia nel nostro Ordine cavalleresco.
Sono desolato per le lunghe attese che trovano solo una vaga giustificazione in alcune assenze tra le nostra fila; io stesso sono appena tornato da un viaggio e l’oscurità non aveva fatto vedere quel rifugio di fortuna abbarbicato alle mura del castello.
Me ne farò carico personalmente di questa imperdonabile mancanza.

Vi farò portare anche del cibo in modo che entrambe vi possiate rifocillare e riferirò al venerabile Principe Sovrano Maestro dell’arrivo! Mi auguro che i giorni a venire siano ben diversi e per questo ho dato disposizione affinché una stanza venga messa a Vostra disposizione ”

Dejanira attendeva sul divano e intanto si guardava intorno, i suoi occhi ormai si stavano abituando alla luce soffusa delle torce e sentiva il suo cuore riprendere il battito regolare.
Il suo sguardo indugiò su una figura che si avvicinava dal fondo della sala, sembrava camminare verso di loro. Anche Clorinda lo vide e si alzò i piedi. Dejanira la imitò.
Le due attesero in quella posizione che l'uomo le raggiungesse.
Non appena fu abbastanza vicino, l'uomo parlò.

“Sono Max_renaissance Asburgo d’Argovia responsabile della giustizia nel nostro Ordine cavalleresco.
Sono desolato per le lunghe attese che trovano solo una vaga giustificazione in alcune assenze tra le nostra fila; io stesso sono appena tornato da un viaggio e l’oscurità non aveva fatto vedere quel rifugio di fortuna abbarbicato alle mura del castello.
Me ne farò carico personalmente di questa imperdonabile mancanza.

Vi farò portare anche del cibo in modo che entrambe vi possiate rifocillare e riferirò al venerabile Principe Sovrano Maestro dell’arrivo! Mi auguro che i giorni a venire siano ben diversi e per questo ho dato disposizione affinché una stanza venga messa a Vostra disposizione ”

La sua voce era autorevole ma allo stesso tempo gentile.
''Avanti Dejanira, ora tocca a te parlare'' si disse.

''Buona sera Messere, è un piacere conoscervi'' iniziò, cercando di frenare l'emozione.
''Il mio nome è Dejanira Francesca Leonor dei Carolingi, e sono venuta quì con l'unico scopo di farvi visita.
La mia cara amica Clorinda mi ha parlato molto del Priorato e si è gentilmente offerta di accompagnarmi.
Non dovete scusarvi per averci fatto attendere, so molto bene che la situazione non è delle migliori e sicuramente siete molto impegnati.
Vi ringrazio inifnitamente per la vostra ospitalità e spero di non essere di troppo disturbo''

Detto questo Dejanira taque, e rimase in piedi, immobile.

Il Principe sovrano Maestro fece il suo ingresso nella Sala di Ricevimento.

Vide Sorella Shelene e la sua Ospite discorrere con il Venerabile Magister Iuris. Mentre si avvicinava a loro osservava la Damigella a lui sconosciuta, notando l'espressione simpatica del suo viso. Era chiaramente imbarazzata ma Fratello Max aveva saputo, evidentemente, metterla a suo agio. Ella forse non immaginava che colui che le stava innanzi rappresentava una delle massime cariche del Priorato di Sion, o forse Sorella shelene l'aveva informata. Sarebbe stato interessante osservare la scena, ma era tempo di accogliere personalmente l'Ospite, come si era proposto di fare.

Si avvicinò con passo deciso ed offrì il suo triplice abbraccio a Shelene "noto che oltre a doti artistiche ne possiedi di architettoniche" le sussurrò riferendosi chiaramente alla capanna che ella aveva edificato contro le mura della fortezza "hai dimostrato l'opportunità di migliorare l'addestramento delle guardie, dovrei premiarti per questo" continuò sorridendo.

Quindi si rivolse alla giovane Ospite "Damigella, sono Pigreco Hohenstaufen di Svevia, e sono felice di avere l'opportunità di potervi ospitare al Priorato" le disse "spero che possiate godere di un soggiorno piacevole in nostra compagnia, e vi prego di non esitatare a domandare qualsiasi cosa vi abbisognasse, saremo ben lieti di adoperarci per soddisfare le vostre richieste".
Avrebbe voluto aggiungere qualcosa, ma si trattenne... aveva osservato la fanciulla, ora desiderava ascoltare la sua voce.

Dejanira aveva appena finito di parlare quando vide un’altra sagoma uscire dall’oscurità e venire verso di loro. Lo guardò attentamente: camminava con passo deciso e in breve tempo li raggiunse. Probabilmente conosceva Clorinda, poiché l’abbracciò e scambiò qualche parola con lei.
Dejanira lo stava ancora fissando quando si voltò per rivolgerle la parola. Si sentì un po’ in imbarazzo, forse il suo sguardo era stato troppo insistente.
Deglutì e lo ascoltò.

‘’Damigella, sono Pigreco Hohenstaufen di Svevia, e sono felice di avere l'opportunità di potervi ospitare al Priorato" le disse "spero che possiate godere di un soggiorno piacevole in nostra compagnia, e vi prego di non esitatare a domandare qualsiasi cosa vi abbisognasse, saremo ben lieti di adoperarci per soddisfare le vostre richieste".

Dejanira pensò che dovesse ricoprire una carica importante nel Priorato, lo intuì dal suo modo di parlare: era rimasta enormemente colpita dal suo tono autorevole.
Le venne un dubbio. Forse anche l’altro uomo che era lì con loro era una persona importante.
Dejanira sussultò. Forse era stata scortese con lui? Forse i suoi modi non erano stati adeguati?

‘’Oh, accidenti! Sicuramente ho fatto la figura della maleducata!’’ pensò.

Cercò di scacciare quei pensieri, si rivolse al messere che si era appena presentato cercando di pesare le parole.

‘’Messer Pigreco, è un onore fare la vostra conoscenza’’ abbassò la testa in un lieve inchino.
‘’Sono Dejanira Francesca Leonor dei Carolingi e, come dicevo, sono felice di essere quì e di poter ricevere la vostra ospitalità, non disturbatevi troppo per me, non ho bisogno di molto se non di un letto caldo per riposarmi, il viaggio è stato lungo e faticoso.’’ Respirò.

Senza volerlo si ritrovò di nuovo a fissare l’uomo negli occhi: non capiva perché, ma il suo viso le dava sicurezza. D’un tratto si sentì più tranquilla e la tensione iniziò a scomparire, quella sensazione la rasserenò. Sul volto le spuntò un sorriso.

Eppure era sicura di conoscerla.
Si strofinò gli occhi ancora una volta, stanca.
Per un istante valutò l'eventualità di inserire qualche ora di sonno in più nei suoi piani di viaggio, ma quel pensiero si sottrasse abilmente alla sua mente pigra, che nel frattempo venne illuminata a giorno da un lampo di comprensione.

“Accidenti!” Pensò massaggiandosi la fronte, pensierosa. “Devo decisamente dormire di più.”

«Io ti conosco.» Disse semplicemente, marciando direttamente verso la ragazza come se non vi fosse nessun altro nella stanza. «Ci siamo incontrate a San Miniato» constatò come fosse la cosa più scontata del mondo, ma accompagnando le sue parole ad un sorriso caloroso e gentile.

Improvvisamente si voltò verso gli altri presenti, come se si fosse ricordata solo in quel momento della loro presenza, e li salutò come meritavano.

«Perdonatemi se ho interrotto il vostro dialogo, volevo soltanto dire che...» Si interruppe, meditando sulle parole adatte che parevano irrimediabilmente sfuggirle.
«Mi fa molto piacere trovarti qui.» Concluse infine con una candida allegria e il suo sorriso appena accennato, un lieve tratto di rosa sul viso pallido.

Mai Alyx era stata più tempestiva, con la sua entrata decisa aveva sicuramente tolto dall'imbarazzo Cllorinda che, insomma, l'aveva combinata proprio grossa con la storia della capanna e che era rimasta senza parole di fronte al triplice abbraccio del maestro. Sicuramente la sua entrata aveva contribuito ad allentare definitivamente la tensione di Dejanira. Clorinda, si ricordò improvvisamente del fatto che non aveva mai detto a Dejanira che il Gran Maestro era Pigreco. Certo le aveva parlato del Gran Maestro, ma le sembrava di ricordare che non le aveva mai detto il nome.

"Uff, gira gira il Gran Maestro mi spenna!" pensò Clorinda e si affrettò a prendere la parola, sperando che il Gran Maestro non si accorgesse di questa sua svista.

"Cara Dejanira, Pigreco Hohenstaufen di Svevia è il Gran Maestro del Priorato di Sion. E' lui che guida i nostri passi e che scioglierà i nostri dubbi nel difficile cammino verso la Conoscenza. Ogni fratello del Priorato in piena autonomia interroga il proprio cuore, perchè essere Cavaliere del Priorato di Sion è frutto di una scelta consapevole rinnovata continuamente. Ogni nostro atto deve passare l'esame della nostra coscienza. Amore, altruismo, lealtà non devono essere parole vane, ma qualità continuamente coltivate. Cara Dejanira dato che il caso non ci ha reso consaguinee vorrei tanto che l'amore che ti porto ti rendesse mia sorella di cuore e anima nel segno del Priorato di Sion.”

Clorinda aveva pronunciato queste parole con un velo di commozione nella voce che aveva cercato invano di reprimere, abbassò gli occhi e aspettò che l’amica le rispondesse.

Quando Dejanira incrociò lo sguardo di quella donna, la riconobbe subito.

‘’Dama Alyx…’’ disse tra sé.

Come avrebbe potuto non ricordarsela: anche se era rimasta per poco tempo a San Miniato, aveva ancora impresse nella mente le conversazioni avute insieme in taverna, e poi sua cugina Diana le parlava spesso e volentieri di lei, già, le belle parole non erano mai troppe quando si parlava di Alyx.
La osservò sorridendo e vide che si diresse subito verso di lei.

’’Io ti conosco.’’ Le disse. ‘’Ci siamo incontrate a San Miniato’’.

Dejanira annuì, continuando a sorridere, era felice di vederla.
Poi Dama Alyx si rivolse a tutti i presenti, si scusò per avere interrotto la loro conversazione, quindi parlò nuovamente con lei.

‘’Mi fa molto piacere trovarti qui.’’

‘’Oh Alyx, il piacere e tutto mio’’ rispose Dejanira ‘’Sono contenta di trovarvi qui, spero che il vostro viaggio sia andato bene’’ le sorrise. Fece per continuare, ma la sua amica Clorinda la precedette, rivolgendosi proprio a lei.

‘’Cara Dejanira, Pigreco Hohenstaufen di Svevia è il Gran Maestro del Priorato di Sion. E’ lui che guida i nostri passi e che scioglierà i nostri dubbi nel difficile cammino verso la Conoscenza. Ogni fratello del Priorato in piena autonomia interroga il proprio cuore, perché essere Cavaliere del Priorato di Sion è frutto di una scelta consapevole rinnovata continuamente. Ogni nostro atto deve passare l’esame della nostra coscienza. Amore, altruismo, lealtà non devono essere parole vane, ma qualità continuamente coltivate. Cara Dejanira dato che il caso non ci ha reso consanguinee vorrei tanto che l’amore che ti porto ti rendesse mia sorella di cuore e anima nel segno del Priorato di Sion.’’

Dejanira la ascoltò con attenzione, e ad ogni sua parola sentiva il suo cuore accelerare nei battiti. Quelle parole la riempirono di gioia, così tanto che per un momento smise di respirare.
Solo Aristotele poteva sapere quanto bene Dejanira volesse a Clorinda, e sentendola parlare in quel modo, come non aveva mai fatto prima, Dejanira si commosse. Sentì gli occhi riempirsi di lacrime e, quando guardò il volto dell’amica, notò che per lei era lo stesso, ma Clorinda non voleva cedere, abbassò lo sguardo per tentare di controllare l’emozione.

Allora Dejanira la guardò affettuosamente e, non trovando parole che potessero esprimere il suo stato d’animo, l’abbracciò. Dopo qualche secondo si sciolse dall’abbraccio e le disse:

‘’Cara Clorinda, anche se non siamo legate da un vincolo di sangue, mi sentirei onorata se potessi chiamarti sorella, sorella di cuore e anima, nel segno del Priorato di Sion.’’.

Diana passeggiava per il corridoio con un libro stretto al grembo,era appena stata in biblioteca e si stava dirigendo nella sua stanza a leggere quando,passando davanti alla sala ricevimenti,la sua attenzione venne attirata da un'allegro vocio e da luci accese...Una festa?No,troppo silenziosa...e troppo rumorosa per un'incontro di studio...

"Cosa potrà mai accadere?" Si chiese diana con un sorriso sulle labbra,e si decise a sbirciare,sapeva che non era buona educazione ma la curiosità e l'avventatezza sopraffacevano sempre in lei in quelle occasioni...e la cara Shelene,così come la sua adorata cugina Alyx,lo sapevano bene e l'avevano più volte rimproverata per questo...

Diana si affacciò alla porta,fu così sorpresa nel vedere chi vi fosse dall'altra parte della soglia che il libro che aveva in mano le cadde sul pavimento portando l'attenzione degli altri su di lei...

"Deja..." balbettò "...tesoro mio...sei qui??"
Non riuscì a trattenere la sua felicità e,dopo aver fatto un inchino a Pigreco e a a Mx passandogli velocemente accanto,si buttò tra le braccia della cuginetta e la baciò affettuosamente...

Poi accorgendosi dello sguardo crucciato di Alyx,Diana si ricompose e prese posto su di un divanetto accanto a Dejanira,si sistemò le vesti per darsi un'aria di compostezza da giovane in pieno possesso delle sue buone maniere e restò in silenzio ad ascoltare...

Gli occhi le brillavano ogni qual volta che guardava la cuginetta,Deja era emozionata,Diana lo era più di lei nel vederla li...ed era felice che Lei avesse scelto di far visita al Priorato...

Dejanira non poteva crederci, quella che le stava venendo incontro era proprio la sua carissima amica Diana!
La guardò con un'espressione incredula per tutto il tempo che impiegò ad arrivare fino a lei.
Appena Diana salutò i presenti con un inchino, le si gettò tra le braccia. Doveva essere molto felice di vederla, felice almeno quanto lo era lei.
Si sciolsero dall'abbraccio, e subito Dejanira le rivolse la parola.

''Diana! Pure tu quì? Oh non sai quanto sono felice di vederti!'' le prese la mano.
''Sai Diana, devo confessarti una cosa'' le sussurrò ''Mi auspico di poterti incontare spesso in futuro, in questi corridoi, questo posto mi piace davvero tanto'' sorrise.

Le due si guardarono, entrambe con uno sguardo affettuoso, poi insieme si accomodarono sul divano.