La festa

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La musica cessò per un istante, mentre l'orchestra si preparava ad attaccare con un nuovo brano, e in quella parentesi di silenzio Alice udì le parole dell'inserviente che le riferiva il desiderio di fratello Ettorre di averla accanto a sè al tavolo.
Alice annuì sorridendo all'uomo, che si allontanò subito per svolgere altre faccende.

Fece in tempo a raggiungere la tavolata proprio mentre i fratelli stavano proponendo un brindisi in onore suo e delle altre Alte Cariche. Accanto a Ettorre scorse una dama con le insegne del Priorato, che intuì essere una delle nuove sorelle appena ammesse.
La salutò cordialmente, presentandosi a lei e augurandole un piacevole cammino insieme a loro.
Poi salutò Ettorre, gli chiese di poter assaggiare una coppa del buon vino che aveva fatto servire, ne approfittò per congratularsi con lui per l'organizzazione della festa e la scelta delle vivande da servire, congratulazioni da estendere ovviamente anche a tutti i suoi collaboratori. Aggiunse particolari apprezzamenti per la musica scelta, vicina all'atmosfera delle terre in cui era venuta al mondo.

Gli chiese poi di indicargli i posti dove sedevano il Principe Sovrano Maestro e le altre Alte Cariche, avrebbe approfittato dei pochi minuti necessari a portare le pietanze in tavola per salutare anche loro.
Avrebbe voluto poter scambiare una parola con ognuno di loro, era rara la possibilità di poterlo fare e lei ci teneva a conoscere e avvicinarsi ai propri fratelli, anche se temeva sempre di essere inopportuna.
Un sorso di buon vino risolse tuttavia il problema, spianando la strada ad una festa meravigliosa.

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Bartolomea alzò il calice, imitando i presenti, e insieme a loro brindò. Si stava divertendo. Inizava ad ambientarsi al Priorato ed era sempre più contenta di essere entrata a far parte di quella grande famiglia. Seduta accanto ad Ettorre lo seguiva con lo sguardo, notando come si occupava di tutti i dettagli della festa che aveva con tanta cura organizzato, e che stava riuscendo benissimo. Accanto a lei, sua cugina Meli si guardava intorno, sorrideva, e ogni tanto salutava qualcuno. "Spero di conoscere tutti quanti questa sera" le disse e la vide annuire e sorridere.
Ad un tratto vide avvicinarsi una dama in abiti militari, molto elegante e composta. Ricambiò il saluto e si presentò a sua volta. "E' un vero paicere conoscervi, sono Bartolomea, da poco accolta nel Priorato" disse sorridendole un po' imbarazzata. Ma il viso tranquillo della bellissima Alice la tranquillizzò subito. La dama chiese ad Ettorre di poter raggiungere il tavolo del Principe e si allontanò.
In quel momento arrivarono gli inservienti che iniziarono a servire i tavoli. Bartolomea osservò la cura coi cui tutte le vivande erano state preparate e appena vide gli altri ospiti iniziare ad assaggiare i meravigliosi quanto particolari piatti appena serviti, li imitò gustando con piacere l'ottima cena.

Renèe avanzava a passi lenti lungo il corridoio che conduceva alla sala adibita alla festa organizzata da alcuni Fratelli del Priorato. Avevano ricevuto l’invito che indicava l’orario di inizio e si rese conto di essere in ritardo. In lontananza poteva già scorgere le porte aperte del salone ed un via vai di gente. Accanto a sé il suo sposo, a cui ogni tanto lanciava delle occhiate per sincerarsi del suo stato d’animo. Conosceva, infatti, l’avversione dell’uomo per le feste mondane, qualunque fosse il motivo per cui esse venissero organizzate. D’altronde poteva comprenderlo bene, nemmeno a lei piacevano quel genere di eventi ma, in quell’occasione, non voleva arrecare dispiacere agli organizzatori, tanto era stato il loro impegno nel prepararla. Nonostante la festa fosse in onore delle nuove Alte Cariche, ci aveva impiegato parecchio tempo per convincere Robin ad accompagnarla, eppure era ugualmente consapevole del fatto che, se anche lui alla fine aveva ceduto accettando di accompagnarla, ciò non implicava che fosse entusiasta per la cosa.
Man mano che si avvicinavano, Renèe avvertì distintamente il brusio delle persone all’interno della sala così come il tintinnio delle posate nei piatti, chiaro sintomo che la cena era già cominciata. Quei suoni sempre più vicini fecero irrigidire vistosamente il marito, poteva leggerglielo tanto nell’espressione del viso quanto notando i muscoli tesi del suo collo, ebbe la certezza che se l’avesse anche solo sfiorato, avrebbe constatato quanto di legno fosse divenuto in quel momento. Sospirò preoccupata, temeva potesse cambiare idea all’ultimo istante e fare marcia indietro a pochi passi dalla soglia del salone.

Fece allora scivolare quasi timidamente la sua mano in quella di lui, lasciando che le loro dita si intrecciassero. Renèe vide che la guardò e gli sorrise di rimando, sperava così di infondergli un minimo di tranquillità con quel gesto, non era certa che sarebbe stato in grado di affrontare quella festa, non era nella sua indole in fondo.

Udì anche una piacevole melodia provenire dall’interno e, nonostante non riuscisse a riconoscere i volti dei fratelli al centro della sala, vide diversi di loro danzare cullati dalla musica. Erano rimasti fissi sull’uscio ad osservare lo svolgersi della festa, poi alcuni inservienti chiesero loro il permesso per entrare e poter così servire ai tavoli le prime portate e la donna, nel lasciarli passare, capì che fosse giunto il tempo di fare il loro ingresso. L’evidente ritardo la metteva però a disagio, avrebbe dovuto scusarsene con gli organizzatori.

Si sistemò con una mano l’abito in velluto azzurro con richiami celtici indossato per l’occasione, un gesto più nervoso che altro, non si trattava di un buon periodo per lei infatti, ma aveva indossato con piacere quel dono che suo marito le aveva inaspettatamente fatto. Si toccò il monile al collo che per lei aveva un profondo significato affettivo, quindi diede un ultimo sguardo a Robin, poi lo prese sotto braccio e dopo un profondo respiro, entrarono insieme.
Si osservò intorno, tutto era stato preparato con cura e nei minimi dettagli, avvertì gli sguardi dei presenti su di loro e questo non contribuì a metterla a suo agio, si irrigidì leggermente. La confusione, inoltre, la disorientò un attimo, non sopportava udire tante voci senza riuscire a distinguere ciò che effettivamente esse dicevano. Scrutò i volti degli invitati, molti erano i Fratelli già presenti, alcuni li conosceva bene, altri meno, altri affatto e si augurò di poter fare la loro conoscenza. Non le sembrò il caso di attraversare il centro sala però, così, non appena ebbe individuato il tavolo riservato alla Gran Loggia, indicò al marito la navata laterale che li avrebbe condotti a destinazione ed insieme cominciarono a dirigersi con discrezione.

Robin entrò nella sala al fianco della compagna. Le rivolse uno sguardo quando la vide lisciarsi il vestito. Era convinto che un po' dell’entusiasmo che aveva mostrato per quel regalo fosse forzato ma almeno aveva smesso di inveire contro i suoi abiti.

Vedere al suo collo il medaglione che le aveva regalato pochi mesi prima lo rendeva sempre felice.. quel monile era tutto ciò che gli restava della sua famiglia d’origine e ora Renèe era tutta la sua famiglia.

Iniziarono a percorrere la sala e ad ogni passo diventava sempre più rigido, troppa gente, troppa confusione.. notò appena che la musica che riempiva l’ambiente era quella della sua terra.

Passando per una navata secondaria scorse, ad un tavolo li vicino, Alice in compagnia di altri fratelli. Riconobbe Ettorre, con cui aveva intrapreso il viaggio in Savoia durante l’estate e fece un cenno alla compagna di seguirlo. Immaginò che anche a lei potesse far piacere vedere un volto conosciuto.

Prese un profondo respiro prima di raggiungere il tavolo e poi si decise a parlare «Buona sera Ettorre, ho saputo che sei tu l’artefice di questa festa.. colgo l’occasione per ringraziarti del pensiero e per scusarmi del ritardo.» disse con la mascella rigida, cercando di apparire cordiale.

Di certo festeggiare le nomine era un bel pensiero ma lui era troppo riluttante a partecipare alle feste e la presenza di tutta quella gente lo rendeva oltremodo nervoso. Poi si rivolse ad Alice «Tutto avrei potuto credere ma non che ti avrei vista qui.. prima di me per di più» affermò con un sorriso, prendendola in giro «Vogliate scusarci un attimo» disse prendendo la bionda, di peso, per un braccio.

Si allontanò dal tavolo con la compagna e l’amica e si rivolse a quest’ultima «Quanto hai bevuto prima di venire a questa festa?» domandò divertito, rendendosi conto dell’atteggiamento del tutto insolito della bionda, prima di cingere con un braccio i fianchi della compagna con fare protettivo.

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Quando Robin la strattonò, portandola con sè, ci mancò poco che Alice gli rovinasse addosso. Fortunatamente l'omone era solido come un muro di pietra.
«Tu che ne pensi?» Domandò con tono gentile, languido, apparentemente perso in un mondo migliore.
«Una perfetta dama non si ubriaca, e io sono una perfetta dama. Almeno per oggi.» Piegando la testa di lato con un sorriso lezioso mostrò al ragazzo la propria acconciatura raffinata e ricercata, facendo poi una giravolta per sfoggiare il proprio elegante mantello.

Robin la prese al volo, evitandole per la seconda volta di trovarsi distesa per terra sul suo pregiato mantello.
Con la testa che ancora le girava fissò Robin, poi Renèe, poi di nuovo Robin.
«Stavo andando da Pigreco, sicuramente al suo tavolo ci sarà il vino migliore di tutta la festa. Sentito che belle le cornamuse?»
Si sporse oltre la spalla di Robin, con la fronte corrucciata, come avesse improvvisamente notato qualcosa che non si aspettava.
«Ah ciao Re!» Esclamò, salutando l'amica. «Sono contenta che ci sia anche tu. Coraggio, venite tutti e due.» Li invitò, marciando verso il tavolo del Principe Sovrano Maestro, sicura e leggiadra come se nella sala non vi fosse altra anima viva.
E probabilmente non si rendeva effettivamente conto della folla che gremiva quel luogo.

Robin osservò la bionda che gli mostrava il suo abbigliamento «Bel mantello Alice, ma ti hanno detto che si trattava di una festa e non di una parata militare?» le chiese prendendola in giro.

«Comunque i capelli in questo modo ti donano» disse tornando serio, disegnando dei cerchi nell’aria con un dito come a voler riprodurre l’acconciatura della giovane.

Di colpo si interruppe vedendola pericolosamente barcollare e si affrettò ad afferrarla, rivolgendo subito dopo uno sguardo piuttosto eloquente alla compagna.

Rimase a guardare divertito il buffo modo in cui le due si salutarono, poi, vedendo la bionda incamminarsi lungo la navata, si sporse per fermarla.

«Dove credi di andare?» domandò senza aspettarsi sul serio una risposta.

«Cosa dobbiamo fare?» chiese poi alla compagna voltandosi verso di lei, senza lasciare la presa sul polso della bionda.

Si rendeva perfettamente conto che non poteva permettere alla giovane di andare in giro in quello stato. Non voleva che facesse qualcosa di cui, il giorno dopo, a mente lucida, si sarebbe potuta pentire.

Dopo aver salutato i presenti al tavolo ed essersi scusata anch'ella con Ettorre per il ritardo, Renèe osservò l'amica bionda e la sua strana espressione in viso, non ebbe però il tempo di dir nulla che fu trascinata via dal marito insieme alla stessa Alice.
Rimase a fissarla perplessa, con un sopracciglio sollevato, mentre piroettava per la navata, poi, quando le rivolse la parola salutandola, non ebbe più alcun dubbio, era decisamente brilla. Un sorriso le si disegnò sulle labbra per quella situazione alquanto bizarra e divertente e riuscì a risponderle solo con un cenno ripetuto della mano, cercando di trattenere una risata.

Udendo la domanda del marito, lo attirò a sè quasi strattonandolo per un braccio, affinché potesse raggiungere il suo orecchio, la differenza di altezza fra loro, infatti, era troppa.

«Non lo so, ma tienila lontana dal vino!» Gli bisbigliò divertita, non potendo fare a meno di continuare a tenere gli occhi incollati sulla giovane. Poi voltò lo sguardo e si allungò verso uno dei tavoli, afferrando al volo un bicchiere colmo d'acqua. Tirò a sé l'amica bionda afferrandola per il mantello che tanto ostentava e le porse senza troppi complimenti il bicchiere, quel gesto quasi le fece riversare tutto il suo contenuto sul vestito a cui teneva molto.

«Al, bevila tutta» Le ordinò mostrandosi apparentemente severa. Poi si rivolse nuovamente al marito, affiancandolo. «La vedi quella?» Gli disse indicandogli una balconata notata al loro arrivo, probabilmente utilizzata per il ricambio d'aria. «Non perderla mai di vista, potremmo doverla trascinare di corsa fin lì» Aggiunse, indicando con un cenno del capo Alice.

Quando ebbero raggiunto il tavolo delle Alte Cariche, Renèe salutò con un inchino i presenti, poi si avvicinò a suo fratello posizionandosi dietro di lui e gli poggiò le mani sulle spalle.
«Perdona il ritardo» Gli sussurrò. «Temo ci sia un imprevisto, noi ci accomodiamo all'estremità della tavolata» Lo avvertì. Sarebbe stato più semplice, in caso di emergenza, fuggire sino alla balconata. Raggiunse allora Robin ed Alice che avevano già preso posto dinanzi a piatti fumanti dall'ottimo aspetto e si sedette accanto al marito, poggiandogli una mano sulla sua per avvisarlo della sua presenza.

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"Buonasera Sorella Alice" disse Ettorre alzandosi. "Grazie per aver avuto la cortesia di raggiungermi al tavolo: ero molto ansioso di conoscerti di persona ma, essendo iniziato il servizio, mi sembrava scortese allontanarmi dai miei commensali. So che il posto a te riservato è altrove, alla tavola delle Alte Cariche, ma speravo di averti accanto almeno per il brindisi iniziale. E poi chissà, più tardi ci sarà una sorpresa...".
In quel momento si avvicinarono al tavolo Robin e Renée. "Buona sera Ettorre, ho saputo che sei tu l’artefice di questa festa. Colgo l’occasione per ringraziarti del pensiero e per scusarmi del ritardo" gli disse il Gran Camerlengo, che appariva particolarmente teso. Ettorre lo ringraziò, estendendo ancora una volta i complimenti a tutte le sorelle che lo avevano affiancato: "Nessun ritardo, Fratello Robin, sei arrivato proprio al momento giusto! Godetevi la festa, è in vostro onore". E fece un cenno di saluto anche a Renée, che era al suo fianco. Ettorre provò a congedarsi da Alice, che Robin aveva preso, forse non troppo delicatamente, per un braccio per aiutarla ad alzarsi, ma la dama bionda si era già allontanata svolazzando nel suo splendido mantello. Poi fu distratto dall'arrivo delle pietanze, e il suo cuore (o era forse il suo stomaco) non ebbe spazio che per il baccalà!

Pigreco era seduto al tavolo ed osservava lo svolgersi del ricevimento sorseggiando l’ottimo vino rosso.
I vitigni del Priorato di Sion erano di qualità e sapienti contadini vinificavano seguendo tradizioni antiche.
Spesso il Principe Sovrano Maestro visitava le grandi cantine ove, nelle grandi botti, il vino riposava attendendo di donar se stesso a chi sapeva apprezzarne la qualità.
Pigreco amava il periodo in cui le cantine venivano preparate alla vendemmia, le botti venivano riempite d’acqua affinchè il legno, gonfiandosi, rendesse le fessure tra le doghe impenetrabili evitando quindi la fuoriuscita del prezioso prodotto; era sua abitudine, quando gli impegni glielo permettevano, assistere alla vendemmia e l’odore del mosto lo inebriava. Quell’odore aleggiava nell’aria per alcuni giorni creando un clima di festa.

Adesso Pigreco osservava l’ingresso di sua sorella, accompagnata dal marito, il Gran Camerlengo del Priorato di Sion; erano tesi non amando gli eventi mondani.
Quella era la prima festa organizzata al castello e i fratelli, guidati da Ettorre, avevano impiegato tempo ed energie affinchè tutto risultasse impeccabile.
Oltre che essere un gesto dovuto, in segno di rispetto per chi aveva avuto il pensiero gentile di offrire il suo tempo per gli altri, partecipare alla cerimonia avrebbe rappresentato un momento comunitario, occasione importante per vivere il Priorato in letizia e permettere ai Fratelli di relazionarsi in un clima ben diverso da quello che li poneva di fronte alle pesanti responsabilità che l’appartenenza all’Ordine implicava.

Vide Renèe e Robin discutere con Alice, che quella sera pareva particolarmente esuberante, e sorrise.

Quando sentì le mani di sua sorella sulle spalle si rivolse a lei annuendo col capo alle sue parole e la vide prender posto con il marito all’estremità del tavolo rivolse a lui il suo sguardo alzando il calice in segno di saluto, quindi tornò a rivolgere la sua attenzione ai cibi fumanti che gli inservienti iniziavano a distribuire.

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Alice sollevò una mano per salutare Ettorre, da cui non aveva avuto modo di congedarsi a causa dei modi da energumeno di Robin.
La ragazza non riusciva a comprendere il comportamento strano dei due coniugi, tuttavia non aveva intenzione di preoccuparsene, quella era una serata di festa. Chissà cosa avrebbe riservato il menù. Ricordava di averlo letto, qualche giorno prima, ma l'aveva dimenticato e ne era felice, ogni portata sarebbe stata una sorpresa.

Si risentì soltanto quando Robin le bloccò il passo, impedendole di andare ad assaggiare Pigreco e salutare il suo vino.
«Ma io non la voglio quella roba!» Protestò vibratamente quando Renèe le porse una coppa del malefico liquido in grado di corrodere persino il ferro. «Fa male, non l'hai studiato?» Chiese all'aspirante medico.

Vide Renèe che andava da suo fratello, mentre Robin la accompagnava all'estremità della tavolata a loro riservata, a poca distanza dalla quale si apriva un balcone che dava sui giardini. Fu lieta della scelta poichè l'aria fresca dissipava il rossore che sentiva farsi strada sulle proprie gote, e per questo si complimentò con il giovane.

Quando fu seduta e il mondo le parve più stabile, si rese conto che non era ancora andata a salutare il Gran Maestro. Si alzò di scatto, come un topolino preso tra le grinfie del gatto, e con aria di sfida si rivolse a Robin: «Ci posso andare ora a salutare il Principe, Vostra Eccellenza?» Si voltò senza attendere una risposta.

Portò i propri omaggi a Pigreco, complimentandosi con lui per l'idea geniale di incaricare i fratelli dell'organizzazione della festa. Come al solito la sua scelta si era rivelata azzeccata. Propose dunque un Brindisi, afferrando una coppa che si era allontanata dalla sicurezza del suo gruppo di stoviglie.
«Brindiamo alla grandezza del Priorato di Sion e del suo Sommo Principe Sovrano Maestro!» Esclamò, porgendo la coppa a Pigreco per invitarlo a colmarla di dolce nettare.

Cavaliere di Gran Croce Messaggi : 353

I Fratelli stavano brindando alla grandezza del Priorato di Sion e in onore del suo Principe Sovrano Maestro…
Ecco borbottava Teodoro appena entrato nella Sala, mi sono perso anche il brindisi iniziale …

Di taglia grossa e massiccia, di statura alta visto che superava i sei piedi di altezza, sicuramente Teodoro non passava inosservato. Vestito con l’uniforme dell’Ordine, la fedele spada nel suo fodero, era una delle poche volte che si mostrava a tutti con il viso scoperto. Era di una bellezza arrogante, come un angelo caduto in disgrazia, aveva i capelli lucenti e baffi perfettamente curati, ma era l’espressione dei suoi occhi il fuoco della sua esistenza. Erano occhi che potevano regalarti l’eden o cacciarti negli inferi…

Giocherellando con la gemma, di chiara fattura bizantina, che pendeva dal suo collo, si spostò verso il tavolo del Principe per prendere un calice ed unirsi al brindisi…

Scudiere Commendatore Messaggi : 257

Meli avrebbe voluto avere otto occhi, due nasi e 6 bocche!
Avrebbe voluto parlare con tutti, assaggiare tutto, cogliere ogni dettaglio di quella serata.
Si avvicinò alla cugina:
"Come va? Io sono emozionatissima!!" Esclamò sorridendo. Poi, sottovoce, indicava alla cugina i nomi e le cariche di alcuni dei presenti, mentre di alcuni, anche lei, non sapeva poi molto.
Appena Ettorre si sedette nuovamente accanto a Bartolomea, dopo aver salutato Alice, Renee e Robin, cercò il suo sguardo e gli sorrise raggiante e gli disse, sporgendosi quanto la creanza lo consentiva: "Buon appetito fratello! E se posso fare qualcosa, conta su di me!" poi il suo volto un momento diventò più serio e gli chiese "A proposito... Lia? Sai dov'è finita?"
E di nuovo si guardò intorno, stavolta cercando l'amica.

Robin si sedette accanto ad Alice e ricambiò il gesto di saluto del Principe Sovrano Maestro.

Sorrise a Renèe, stringendole la mano che aveva poggiato sulla sua nel sedersi. Le riempì il bicchiere con dell’acqua e le sistemò una ciocca di capelli ribelli dietro l’orecchio.

Era felice che il clima tra loro fosse finalmente tornato più disteso, gli ultimi mesi erano stati un vero disastro.

Inoltre con le nomine e il suo nuovo ruolo, il tempo che potevano trascorrere insieme si era notevolmente ridotto anche se, dopo un iniziale momento di assestamento, per Robin era stato semplice ritagliarsi del tempo per se e per la sua compagna, senza tralasciare i suoi doveri.

Quando Alice si alzò, preferì evitare di fermarla ancora e alla sua domanda rispose con un sorriso, consapevole che la bionda non se ne sarebbe curata.

Nel momento in cui fu proposto il brindisi, sbatté delicatamente il bicchiere contro quello della compagna, guardandola negli occhi «Se mi avessero detto che un giorno sarei finito ad una festa per celebrare anche la mia nomina a Gran Camerlengo di un Ordine, non ci avrei mai creduto» disse prima di sorseggiare il vino, tenendo sotto controllo Alice.

Immaginò che prima della fine della serata, avrebbe rischiato di dire addio alla sua uniforme pulita.

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Anche Ettorre stava cercando con gli occhi Farmina, ormai era un po' che si era allontanata... Rispose a Meli alzando un po' la voce, i musici stavano suonando e i fratelli chiacchieravano allegramente, o almeno così sembrava, anzi qualcuno appariva particolarmente su di giri. "Meli, non solo non so deve sia Lia, ma comincio a preoccuparmi anche per Clorinda, che non si è ancora vista". Poi, rivolgendosi a Bartolomea, aggiunse: "Sorella, dobbiamo ringraziare Meli per queste magnifiche pietanze: il suo lavoro in cucina - nello scegliere gli ingredienti, nel dirigere le cuoche, e anche proprio ai fornelli - è stato impagabile"; poi, sorridendo a Meli: "E non ti ho ancora ringraziato abbastanza per la salvia fritta, non la mangiavo da anni!".
Dopo aver divorato l'ultimo boccone di baccalà, si voltò verso Bartolomea: "Allora sorella, vuoi raccontarmi un po' di te? E cosa ti ha condotto qui al Priorato?".

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In effetti, anche Clorinda non si era ancora vista: Meli già scrutava la sala, cercando di meglio focalizzare i dettagli dei volti dei presenti sia per cercare le due fanciulle, sia per sincerarsi che tutto proseguisse per il meglio.
Al sentire gli apprezzamenti di Ettorre per l'impegno culinario, Meli divenne rossa come un melograno, e sorrise raggiante al confratello.
Poi tornò ad osservare la sala mentre mangiava con gusto il baccalà: molti volti erano sorridenti e rilassati, alcuni un po' tesi, ma in complesso l'atmosfera era serena.
La musica di sottofondo era assai gradevole e non impediva la conversazione.
Sperava di vedere presto suo padre, ma sapeva che a Treviso vi erano stati molti problemi e ora lui, sindaco protempore, purtroppo era impegnatissimo e lavorava sino allo sfinimento per la loro città.
Con un sorso di vino accompagnò l'ultimo boccone di baccalà.

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Bartolomea addentò una focaccina mentre ascoltava Ettorre. Le stava spiegando quanto Meli si fosse occupata in modo impeccabile della gestione della cucina. La cosa non la meravigliava. Anche a Casterlbrando sue cugina si era sempre impegnata nella preparazione e nell'organizzazione dei pasti per la famiglia. La guardò un'istante mentre Ettorre la ringraziava, e si sentì orgogliosa di lei. Poi, un po' inaspettatamente, il fratello si rivolse a lei, chiedendole di raccontarsi un po'. Quando si trattava di parlare di sè, si sentiva sempre un po' in imbarazzo, ma cercò di superarlo. In fondo, come lei voleva conoscere i confratelli, era normale che loro volessero sapere qualcosa in più su di lei.
"Beh, non c'è molto da dire. Mi ha condotto qui la mia curiosità...e la voglia di nuove esperienze. Sono appassionata d'arte e amo molto leggere. A Treviso cerco di contribuire come posso per aiutare la città. Possiedo un piccolo pezzo di terra dove coltivo grano e quando serve lavoro nella mia fucina come fabbro" si rendeva conto di descriversi senza seguire una logica precisa, quindi si fermò e pensò un istante "Forse avete delle domande più specifiche da farmi? Non saprei proprio come raccontarvi di me"
A quel punto decise di approfittare per poter porre alcune domande a sua volta al confratello, sicuramente più esperto di lei "Qui al Priorato mi trovo molto bene, anche se devo ancora capire molte cose. Sto iniziando ad ambietarmi, ma magari voi potete raccontarmi qualcosa di più di ciò che accade in questa associazione, se così si può definire. Ad esempio qualche impresa passata, non saprei" e aspettò curiosa che Ettorre rispondesse, magari raccontandole la sua esperienza personale in quell'ambiente.

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Alice, dopo aver brindato con il Principe Sovrano Maestro, si diresse da Ettorre per scusarsi del rapimento che l'aveva bruscamente separata da lui. Mentre si avvicinava in maniera discreta, per dargli modo di terminare la sua conversazione con Bartolomea, colse involontariamente le parole di lei.
«Che idea!» Le urlò ogni singola fibra di materia grigia, rimbombandole nel cranio.

«Posso prenderti in prestito l'orchestra?» Domandò quando senza accorgersene era ormai già lontana da Ettorre.
Avvicinò i musicanti in una pausa tra un brano e l'altro. Per alcuni minuti solo il brusio dei commensali ronzò nell'aria densa dei profumi del cibo e del vino, e ben presto qualcuno si accorse dell'assenza di quella piacevole musica di sottofondo che rendeva tanto gradevole l'armosfera.

Non passò molto tempo, tuttavia, prima che gli artisti, dopo aver confabulato con la ragazza, annuissero all'unisono, d'accordo sul da farsi. Uno di loro impugnò un pezzetto di carta e con voce potente, mentre gli altri attaccavano a suonare una musica introduttiva ammantata di mistero e promesse, declamò alcuni versi.

“Chissà cosa sapranno inventarsi” Si chiese Alice, entusiasmata dalla sfida che aveva proposto a quegli uomini e che loro avevano accettato con fierezza.
Seguendo alcune linee guida da lei fornite, su note del tutto improvvisate, anche se probabilmente riprese da altri spettacoli da loro realizzati, il narratore si accingeva a recitare sotto forma di ballata la grande storia della fondazione del Priorato di Sion, quella fantastica avventura che vide il Sommo Principe Sovrano Maestro partire insieme ad altri otto coraggiosi cavalieri e dame alla ricerca di una Conoscenza perduta.

«Che ne pensate?» Chiese ai due coniugi dopo essere tornata al suo posto, passando lo sguardo dall'uno all'altra come una bambina eccitata. «Non è forse una splendida idea celebrare le origini del Priorato? L'ho sempre saputo che il vino mi fa un gran bene!» Esclamò versandosene un boccale.

«Se mi avessero detto che un giorno sarei finito ad una festa per celebrare anche la mia nomina a Gran Camerlengo di un Ordine, non ci avrei mai creduto» Le disse Robin facendo sbattere i loro bicchieri per il brindisi.

Renèe sorrise a quell'affermazione, nemmeno lei ci avrebbe mai creduto, eppure la vita spesso riservava sorprese e lei, ultimamente, ne stava ricevendo parecchie. Bevve alla salute del Priorato della semplice acqua, poi guardò il marito intento a bere il suo vino.
«Te la stai cavando molto bene però» Gli disse stringendogli nuovamente la mano. Credeva molto in lui e nelle sue capacità, non ne aveva mai fatto mistero.

La sua attenzione venne però catturata da Alice che, imperterrita, continuava a svolazzare leggiadra per tutto il salone, dal tavolo di alcuni Fratelli alla postazione dei musici, per poi sedersi accanto a loro. Prima che ella potesse aprir bocca, Renèe riconobbe la ballata che il musico aveva appena cominciato a narrare, si trattava dell'avventura del lungo viaggio da loro affrontato in terre straniere prima di fondare il Priorato!

«Che ne pensate?» Chiese loro la giovane bionda, eccitata dall'idea.

«Accidenti» Esclamò Renèe sorpresa ed entusiasta al tempo stesso. I bardi cantastorie, fra l'altro, l'avevano sempre affascinata.

«Non è forse una splendida idea celebrare le origini del Priorato? L'ho sempre saputo che il vino mi fa un gran bene!» La sentì ancora esclamare Renèe. Poi vide Alice versarsi ulteriore vino e roteò gli occhi sconsolata. Si resse la fronte su una mano ed afferrò il braccio del compagno al suo fianco per richiamare la sua attenzione.

«Per Aristotele, Robin! Toglile quel vino da sotto al naso» Sibilò fra i denti affinché solo lui potesse udirla.

"E siamo solo a inizio festa" Pensò poi preoccupata, conoscendo bene l'impulsività dell'amica. Ciò che temeva in realtà, era la sua imprevedibilità accentuata dagli effetti dell'alcol. Preferì allora dedicarsi all'ottima pietanza nel suo piatto, infatti, come ultimamente le capitava, era molto affamata.

Il bardo intanto proseguiva la sua narrazione, Renèe rivisse, con immagini vivide davanti ai suoi occhi, ciò che egli andava raccontando a parole. Una strana sensazione la pervase ripensando a quei tempi.. la fatica di quel lungo pellegrinaggio senza alcuna meta certa, le dimissioni dai Templari, il suo amato nipote Aloysius anch'egli protagonista di quell'impresa ed ora non più fra loro, il suo matrimonio che non navigava in buone acque a causa di quella sua prolungata assenza, le amicizie infrante.. Sorrise amaramente, le mettevano ormai quasi tristezza quei ricordi.
Osservò poi i volti dei Fratelli in sala intenti ad ascoltare il musico e sorrise ancora, probabilmente, per loro si trattava solo di una gran bella storia avventurosa.

Sentendo le parole della ballata, Robin si irrigidì di colpo. La sua mente fu catapultata al tempo in cui quegli eventi erano accaduti.

Ripensò alla rabbia provata quando aveva scoperto che la compagna era nuovamente partita con il fratello; al suo viaggio fino in Scozia ed al desiderio di rimanervi contro il quale aveva dovuto combattere; ai Templari, che aveva iniziato ad odiare ancor prima che Renèe rischiasse la vita sotto le insegne della croce rossa.

Bevve d’un fiato il contenuto del suo bicchiere, svuotandolo «Idea fantastica, Alice» commentò ironicamente e con durezza, prima di riempirle ancora una volta il bicchiere.

«Lascia che si diverta, in ogni caso il balcone è vicino.. non posso impedirle di fare ciò che vuole a meno che io non la leghi» disse poi rivolto alla compagna, continuando a fissare il piatto.

Rimase rigido e immobile per tutta la durata della ballata. Avrebbe voluto alzarsi a prendere aria in balcone ma si impose di restare dov’era. L’unico movimento che riuscì a fare fu quello di sfiorare la mano di Renèe, nel tentativo di cancellare quell’amaro sorriso che le si era dipinto sul viso.

ESPULSO Messaggi : 161

Ettorre aveva visto Alice passsare fugacemente per andare con passo deciso dai musici. Chissà cosa avrebbe architettato... Quella donna era sicuramente molto interessante ed inesauribile fonte di sorprese! quello che ci voleva, pensò Ettorre, in un luogo come questo, darà man forte a Farmina nel movimentare un po' la vita del Priorato.
Intanto la sua vicina di tavolo aveva iniziato a parlare di sé, e poi gli chise di parlarle del Priorato: "Sto iniziando ad ambientarmi, ma magari voi potete raccontarmi qualcosa di più di ciò che accade in questa associazione, se così si può definire. Ad esempio qualche impresa passata, non saprei". "Da dove cominciare...", aveva esordito pensoso Ettorre, quando i musici ripresero a suonare una strana ballata; dopo qualche momento si capì che si trattava della storia della nascita del Priorato. "Guarda un po', Alice ha pensato di rispondere così alla tua legittima curiosità, sorella... Una bellissima idea! Vuol dire che serberò il racconto delle mie gesta per dopo... anche perché basterebbe il tempo di mangiare un piccolo dolcino" concluse Ettorre, ridendo.
E, come altri commensali, si voltò verso i musici per seguire il racconto, mentre gli inservienti iniziavano il secondo servizio: faraona ripiena di castagne e porcellino arrosto con crema di carote e menta sott'aceto, accompagnato da salse dolci e piccanti e patate cotte sotto la cenere.

S.E. il Gran Ospitaliere Messaggi : 776

Farmina arrivò di corsa al tavolo- Scusatemi un piccolo equivoco, ma tutto risolto- I presenti al tavolo la guardavano e lei non potè che che arrossire- Beh, poi sono andata a vedere come stava Pollicino, sapete che quando sente l'odore della carne, lui non resiste e inizia ad abbaiare- Farmina ridacchiava, mettendosi subito al suo posto, la carne era ancora fumante -Devo finire anche di mangiare, però certo un balletto me lo farei molto volontieri- Pensando a voce alta iniziò a bere un bicchiere di vino, alla giovane non piaceva molto il vino, ma lo beveva solo perchè la nonna quando era piccolina le diceva che vino rosso fa buon sangue, allora in quell'occasione di festa , si lasciò un po' andare.
Mentre mangiava la faraona, le andarono gli occhi sui regalini e si preoccupò, proprio vicino a lei sedeva Ettorre e si avvicinò sussurrandogli- Etto ma i regalini come li distribuiamo a fine cena o iniziamo fra un po'?- Portò un boccone alla bocca in attesa di risposte.

ESPULSO Messaggi : 161

"Lia, bentornata tra noi!" La sorella era trafelata, ed Ettorre non potè non sorridere pensando che neanche quando era malata era riuscita a stare un po' calmina... Dopo aver addentato la faraona, si sporse a chiedergli dei regalini.
"So che scalpiti, ma aspetta ancora un pochino. Alla fine del secondo servizio ci sarà l'entremets, e con quello la sorpresa... Credo che sarà il momento adatto per i regalini, quando le posate saranno sul tavolo e i commensali faranno una pausa dal desco. Ma ora goditi la cena, sorella, e vedi di non scomparire più! A proposito, hai notizie di Clorinda?".

DIMISSIONARIO Messaggi : 55 Età : 47

Gea e Fortebraccio seduti accanto a Bartolomea e a Ettorre si godevano la serata.
Brindarono con tutti i fratelli in onore delle Alte Cariche del Priorato.
Si recarono al tavolo di Pigreco e salutarono rispettosamente il Gran Maestro e sua sorella Renee.
Fortebraccio ringraziò per l'ospitalità avuta e brindarono con un ottimo vino rosso.
Poi i due ragazzi tornarono al tavolo, cominciarono a gustare la seconda pietanza e Gea cominciò a conversare amabilmente con Bartolomea - Di dove siete sorella? Siamo nuove entrambe, mi piacerebbe conoscere meglio come vi siete trovata qui, le vostre impressioni, se sono simili alle mie- le chiese con un sorriso .
Gea vide Ettorre e lo sentì chiedersi che fine aveva fatto Farmina, in effetti era da un po' che non la incrociava - uff - disse a Forte sbuffando - sono stata maleducata, la ho lasciata sola per correre da te - il suo fidanzato la guardava intenerito, era così buffa...
La serata proseguì magnifica, Forte le sussurrò - dopo la festa, che dici...torniamo a casa? Torni con me a Chiavari? Ti ricordo che abbiamo un matrimonio da celebrare... - Gea gli buttò le braccia al collo , disse un entusiasta - Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!! - , a momenti il suo urlo di felicità spaventò Bartolomea e Ettorre.
- Auguri ragazzi, al vostro futuro - disse Ettorre e brindarono tutti insieme.

DECEDUTO Messaggi : 77 Età : 31 Località : Treviso

Bartolomea era presa da mille pensieri. Cercava di ascoltare con attenzione il musico che narrava al storia del Priorato. Allo stesso tempo osservava gli altri ospiti per memorizzare alcuni volti. Le piaceva studiare le movenze e i comportamenti delle persone, dai quali riusciva sempre a farsi un'idea del carattere di ogni individuo. Rischiando però di sembrare invadente a causa di uno sguardo insistente. Quella sera cercava di controllarsi, distratta dalla musica, dal vino, dall'emozione. D'un tratto si rese conto di non essere ancora passata a salutare al tavolo delle Alte Cariche, e chiese timidamente a Melime di accompagnarla per un istante, sperando di non disturbar troppo la cena.
Tornata poi al suo posto, vide dama Gea e messer Fortebraccio che, conclusa la danza, si erano ormai seduti al tavolo con lei, Ettorre e Melime.
Gea le rivolse qualche domanda, alla quale Bartolomea risposte subito, sorridente "Arrivo da Treviso, con mia cugina Meli. Ci siete mai stata? Saremmo lieti di ospitarvi a Castelbrando, se mai doveste visitare la nostra piccola città, tranquilla ma molto gradevole. Qui al Priorato mi trovo molto bene, ho avuto modo di ambientarmi in questi giorni, e tutti i confratelli sono squisiti e sempre disponibili. Concordate?" chiese a Gea che sembrava d'accordo con lei. A quel punto vide Lia tornare al tavolo un po' scombussolata dalla corsa, ma sempre impeccabile, e Fortebraccio approfittare della distrazione per sussurrare qualche parola alla sua compagna. Si trattava certamente di parole spendide perchè sul viso di Gea spuntò un meraviglioso sorriso, accompagnato da un urlo di gioia, che lasciava intendere tutto.
Al brindisi proposto da Ettorre, Bartolomea alzò il calice rivolgendolo alla coppia e fu contenta di poter brindare al più bello dei sentimenti umani, l'amore.

S.E. il Gran Ospitaliere Messaggi : 776

Farmina non fece nemmeno finire di parlare Fratello Ettorre, che era sparita di nuovo, in cerca di una piccola sacca dove mettere tutti gli avanzi per il suo Pollicino. Il suo cagnolone aveva iniziato una tenerissima amicizia con il Gran Cancelliere, lo stava iniziando ad amare a poco a poco e di questo Lia era davvero felice, nonostante Pietro fosse nella vita della giovane da tantissimo tempo. Ma , tornata in un batter di ciglia, si mise seduta e rispose ad Ettorre -Etto, io credo che Sorella Shelene, abbia qualche problema, forse a San Miniato? Speriamo si faccia sentire presto- guardò il piatto vuoto, dispiaciuta per l'assenza di Clorinda- Mi dispiace molto, anche lei ha contribuito alla realizzazione della festa- Un leggero sospiro, incupì un po' Farmina, ma al suono delle parole di Messer Fortebraccio, Lia tornò subito raggiante- Ma che bellooo, questa si che è una bella notizia, Augurissimi di cuore- Sorridendo abbracciò Sorella Gea e strinse la mano al suo fidanzato Fortebraccio- Vivissimi Auguri-.