Il Priorato di Sion
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Il Priorato di Sion

Gioco di Ruolo legato a Regni Rinascimentali
 
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 Un ritorno

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Ettorre
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MessaggioTitolo: Un ritorno   Un ritorno Icon_minitimeLun 17 Mag 2010 - 18:27

La decisione era presa. Ed ora, guardando nelle brume dell'alba stagliarsi il profilo del castello, Ettorre sentì che era la scelta giusta e, per la prima volta da tanto tempo, sentì il cuore più leggero. Nel silenzio di quelle prime ore del giorno si udiva solo il lieve scalpiccio degli zoccoli del suo cavallo. Poi smontò e si avvicinò con lunghe falcate alla guardia al portone. Ad ogni passo sentiva la spada battergli sul fianco, aveva dimenticato questo tocco familiare. Ad un cenno della guardia si fermò: "Ettorre da Guastalla chiede umilmente udienza al Principe Sovrano Maestro Pigreco, nella speranza che voglia concedere qualche minuto del suo tempo a chi fu per lungo tempo Suo umile servitore", disse. E si preparò ad attendere, sperando che il PSM si ricordasse ancora di quando aveva servito come Templare sotto il suo illuminato comando.
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MessaggioTitolo: Re: Un ritorno   Un ritorno Icon_minitimeMar 18 Mag 2010 - 6:39

Lo informarono dell'arrivo di Ettorre alle prime luci dell'alba. Pigreco era solito levarsi presto la mattina, soprattutto quando il tempo era buono ed sole prometteva il tanto desiderato arrivo di una primavera pigra...
Erano giorni durante i quali egli stesso accoglieva i Visitatori, ed era piacevole trascorrere tempo con chi desiderava rimanere qualche giorno, oppure una vita, al Castello del Priorato.

Ettorre lo conosceva da molto tempo. Ricordava alcuni episodi di pregressa vita templare, quando, allora Abate del Monastero veneziano e Gran Cancelliere dell'Ordine, aveva avuto modo di lavorare con lui.

"Che tu sia il benvenuto, Ettorre" gli disse invitandolo ad entrare "come hai trovato la strada per il Priorato? Qual buon vento e quale desiderio ti spingono in questo luogo?".

Mentre parlava, Pigreco lo accompagnava all'interno della grande sala.
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MessaggioTitolo: Re: Un ritorno   Un ritorno Icon_minitimeMar 18 Mag 2010 - 11:26

Gironzolando con un libro in mano, come suo solito, non si accorse dell'andirivieni dei paggi che si preparavano ad accogliere il nuovo ospite.
Fu quando uno di questi la urtò, che si risvegliò dal suo sogno d'inchiostro "Oh! Ahia! ehm... scusate, ero distratta, perdonate...ma che succede? come mai tutta questa agitazione? Cercate di non andare così di fretta o rischierete di far davvero male a qualcuno..."
Il paggio la fissò e sorrise, ormai si stavano abituando alla sua deferenza nei confronti della servitù "Dama Vie, è giunta a noi una cara e vecchia conoscenza, andate nella Grande Sala il Principe Sovrano Maestro lo sta giusto accompagnando"
Non seppe resistere alla curiosità ed andò in contro ai due cavalieri.
Vide il PSM accanto, con sue grande sorpresa, ad "Ettorreeee! Monsieur! Anche voi qui?! Ma che sopresa, il mondo è davvero piccolo! Tanto tempo negli stessi luoghi senza mai vederci, ma ultimamente pare che le nostre strade siano destinate ad incontrarsi... Ah! Mio Pare ricambia il vostro saluto!" Sorrise contenta. Un secondo dopo si accorse di aver interrotto una conversazione, sfiorò lo sguardo del PSM per un istante ed iniziò a fissarsi i piedi dispiaciuta "ehm ...Perdonate Principe"
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MessaggioTitolo: L'incontro   Un ritorno Icon_minitimeMar 18 Mag 2010 - 15:19

L’attesa era stata meno lunga del previsto. Dall’interno del castello arrivò un paggio di gran carriera: Il PSM stava aspettando! Ettorre lo seguì oltre il portone e, anche se stavano quasi correndo, non potè non notare l’austera bellezza del posto: le solide ma armoniose strutture del maniero ispiravano al tempo stesso forza e trascendenza. Un luogo ideale per ospitare il Priorato…
Nonostante fosse molto presto c’era già una certa animazione. Ettorre rimase colpito nel vedere che lo stesso Pigreco gli stava venendo incontro con un sorriso. Appena fu al suo cospetto si inginocchiò, chinando il capo in segno di rispetto.
"Che tu sia il benvenuto, Ettorre" gli disse il PSM invitandolo ad entrare in una grande sala, "come hai trovato la strada per il Priorato? Qual buon vento e quale desiderio ti spingono in questo luogo?".
Ettorre stava per rispondere quando sentì alle sue spalle una voce squillante quanto familiare: "Ettorreeee! Monsieur! Anche voi qui?! Ma che sopresa, il mondo è davvero piccolo! Tanto tempo negli stessi luoghi senza mai vederci, ma ultimamente pare che le nostre strade siano destinate ad incontrarsi... Ah! Mio Padre ricambia il vostro saluto!". Era dama Vie, la figlia del suo grande amico e fratello Sermick, con la quale aveva di recente condiviso un viaggio; un viaggio molto importante…
“È un inatteso piacere rivedervi così presto, dama Vie”, disse Ettorre. Fece per baciarle la mano, ma la giovane dama si ritrasse. Ettorre la guardò stupito e sorprese un velo di rossore inondarle le gote, mentre abbassava lo sguardo scusandosi con il PSM. Poi si voltò e corse via nel lungo corridoio. Allora Ettorre seguì Pigreco nella grande sala, ed iniziò il racconto…

Era stati mesi molto bui. Il duro lavoro nei campi, la vita ritirata non erano un conforto sufficiente per l'animo inquieto di Ettorre, e quando alla fine della giornata cedeva alla stanchezza una cupa tristezza e oscuri pensieri gli impedivano di riposare. Quando, anni fa, fratello Ponzie lo aveva presentato all'Ordine del Tempio, per Ettorre, nobile d'animo ma non di nascita, era sembrato che si avverasse il sogno di tutta una vita. Aveva servito fedelmente, abbracciando quelli che sentiva princìpi sacri, senza mai chiedere il perché di un ordine e senza mai aspettarsi ricompense. Tale la sua umiltà, che il Tempio dimenticò questo fratello devoto, tralasciando per lunghissimo tempo persino una normale promozione di anzianità. Ma non era certo per far carriera che vestiva quel sacro mantello! Solo la fede e la voglia di servire spingevano l'umile soldato zappatore, che da Guastalla si era trasferito prima a Tagliacozzo e infine a Portogruaro.
Fu quindi una ferita atroce vedere le colonne del Tempio crollare, quegli ideali cui era tanto devoto finire nel fango calpestati da volgari lotte per il potere. Gli amici, i fratelli e le sorelle con cui aveva combattuto fianco a fianco, con cui aveva diviso il cibo e la cavalcatura, ad uno ad uno abbandonarono l’Ordine, lasciandosi alle spalle per sempre anche tanti bei ricordi e la consapevolezza di aver agito per il Bene.
Vieni con noi, avevano ripetuto più volte ad Ettorre. Ma il suo cuore non era pronto a concedere di nuovo la sua fiducia ad una causa che appariva sì nobile, ma con quali garanzie, questa volta, di non finire miseramente corrosa dai bassi appetiti degli uomini? Non avrebbe potuto sopportare un altro tradimento!
Con questi pensieri ogni notte cercava di prender sonno, per poi rinunciare e passare le ore prima dell'alba a pulire la spada o ad allenare il fisico. L'unico aspetto positivo era infatti che la continua ricerca di uno sfogo alle sue pene lo aveva reso molto più massiccio ed allenato, un guerriero che incuteva timore. Ma soltanto chi lo conosceva davvero, come il fratello Max, sapeva che sotto tutti quei muscoli l'animo era invece indebolito da una ferita infetta.
Neanche la taverna era più un conforto. Rientrando a casa dal campo o dalla bottega passava davanti a quello che era un tempo il ritrovo dove brindava con i fratelli e le sorelle, ma ora il solo sentire da fuori quelle voci così familiari riapriva la ferita che tardava a rimarginarsi.

Un giorno però Ettorre decise di affrontare questa sofferenza. Max gli aveva comunicato con una missiva che stava rientrando in città con Farmina: da quanto tempo non la riabbracciava, sarebbe stato bello rivederla. Così si fece convincere ad incontrarli in taverna. Complice la commozione e qualche boccale di troppo, si propose di accompagnarli nel viaggio di rientro di Farmina a Pola. Un viaggio che toccò nel profondo Ettorre. Dopo tanto tempo, calcare le strade insieme ai fratelli Max e Domaster, con cui tante avventure aveva condiviso, mangiare intorno al fuoco con questo bel gruppo, offrendo alle dame Farmina e Vie le sue migliori bistecche, fece rivivere ad Ettorre i bei momenti dell'antica fratellanza, che così tanto gli mancava.
Fu così che un giorno, guardando i compagni di viaggio discorrere amabilmente tra loro brindando all'ultima missione compiuta, decise di cedere finalmente ai tanti inviti che gli erano stati fatti in quei lunghi e tristi mesi. Si staccò quindi dal bancone della taverna e si avvicinò a loro portando i boccali pieni:
"Sorelle, fratelli, ho deciso". I compagni di viaggio smisero di parlare e lo guardarono; Max sorrideva, aveva già capito, e corse ad abbracciarlo prima che finisse di parlare: "Era ora, fratello!". "Mi unirò a voi. Se mi volete ancora...". "Ma certo che ti vogliamo ancora!" disse Max, e alzò il boccale a proporre un brindisi al fratello ritrovato.

Ettorre si staccò dall finestra, avvicinandosi a Pigreco. “Eccomi quindi a bussare alle porte del Priorato, che già tanti amici accoglie, per chiedere umilmente di essere ammesso per conseguire la Giustizia attraverso la Conoscenza. Da oltre tre mesi sono dimissionario dall'Ordine templare, dove come già sapete ho lungamente servito agli ordini vostri e del mio diretto superiore Max_Renaissance in quella che era la migliore commenda del Tempio”. Infine tacque, abbassò il capo, e attese.
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MessaggioTitolo: Re: Un ritorno   Un ritorno Icon_minitimeMar 18 Mag 2010 - 15:54

Pigreco ascoltava le parole di Ettorre senza far trasparire la tristezza che quelle verità provocavano in lui. Lui stesso aveva servito l'Ordine Templare, quando suo padre ne era la guida, aveva salito la scala gerarchica senza saltare un gradino, passo dopo passo, con abnegazione e fede. Mai si era permesso una debolezza al compromesso, mai suo padre glielo avrebbe, del resto, consentito. Sono queste consapevolezze che permettono ad un uomo, ad un Cavaliere, sonni tranquilli e pace interiore.

"Fratello Ettorre, non sia per te cruccio il pensiero di non aver seguito ciecamente chi ti chiamava a sè, la consapevolezza del passo lo rende più forte e sicuro" Pigreco pronunciava quelle parole con convinzione "il Priorato unifica il Molteplice nel quale, quotidianamente, torna a dividersi in un perenne ciclo di elevazione.

Mentirei se ti dicessi che il vento dell'odio e del dissapore non ha soffiato tra queste mura.
Il Senza Nome come nebbia si inserisce ovunque con l'intento di minare le alleanze più forti, di disgregare le Fratellanze riportando l'Uno al suo stato primordiale, affinchè il Molteplice che ne deriva non ritrovi quell'energia aggregatrice che lo rende efficace.

Ogni giorno l'Uoimo combatte contro di lui in un'instancabile alternanza di quiete e tempesta.

E' facile navigare quando i venti soffiano in poppa ed il mare è calmo. Lo è molto meno nelle tempeste ed è proprio in quei frangenti che si riconoscono la solidità di una nave, l'unità di un equpaggio e le capacità delle sua guide.

Oggi il Priorato esce da un forte dolore, ma ne esce rafforzato. Oggi il Priorato prosegue il suo cammino lungo i sentieri della Conoscenza, unica via per la Verità e la Giustizia.

I tuoi desideri diverranno quelli dei Fratelli ed i loro, i tuoi.

Non sarà facile vivere nel Priorato, Egli richiede molto ai suoi figli, non meno di quanto è disposto a donar loro.
Vi è molto lavoro da svolgere ed è per questo che ora ti invito a seguirmi".


Sorridendo ad Ettorre Pigreco gli fece strada lungo il sentiero che portava alla zona della fortezza ove era edificato il Tempio del Priorato di Sion.
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MessaggioTitolo: Re: Un ritorno   Un ritorno Icon_minitimeMer 19 Mag 2010 - 7:17

"Il lavoro, per quanto duro, non mi ha mai fatto paura, Maestro. Ora sono pronto a calcare le orme dei fratelli che mi hanno preceduto tra queste mura". Così dicendo Ettorre uscì dalla sala, seguendo da presso Pigreco.
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