richiesta di ammissione

Seguendo le istruzioni dell' emissario di Sua Eccellenza raggiunse la sala dei Bussanti, qui gli fù messa a disposizione una pergamena e tutto il necessario per vergarla, raggiunse uno scrittoio ed inizio a compilare la richiesta di ammissione:
"Io, Silvio Parodi da Chiaramonte, capitano di ventura nato a Triora nella Repubblica di Genova chiedo alle vostre illustrissime signorie di essere ammesso al servizio vostro e del Priorato, mettendovi a disposizione tutte le mie conoscenze e capacità nella speranza che possano essere utili alla ricerca ed alla preservazione della verità, scopo principe del Priorato.
Restando a disposizione, qualunque sia la vostra decisione vi porgo i miei più distinti saluti


vostro Silvio Parodi da Chiaramonte

L' inserviente, prontamente recò al Gran Cancelliere la domanda di ammissione di Silvio Parodi da Chiaramonte.
Il Gran Cancelliere, apertala e avendone costatato la validità sostanziale, ma non formale, chiese con cortesia all'inserviente di riportarla al bussante affinchè seguisse i canoni prescritti.
Si apprestò lui stesso a presentargli sintesi delle formali domande a cui era necessario rispondere:

Nome completo: es. Pigreco Hohenstaufen di Svevia

Nick RR:

Ducato/Repubblica di residenza:

Città di Residenza:

Breve presentazione:

Motivazione all'ingresso nel Priorato di Sion:

Cosa pensate possa darvi il Priorato di Sion, e cosa potete offrire Voi?:

nome completo: Silvio Parodi da Chiaramonte

nick RR: Silvio da Chiaramonte

ducato/repubblica di residenza: Repubblica di Genova

città di residenza: Triora

breve presentazione: fui iniziato da mio padre, Carlo Parodi da Chiaramonte alla vita sacerdotale ma i miei ideali di carità cristiana ed ilmio desiderio di conoscenza non trovavano riscontro nei dogmi d' infallibilità della chiesa quindi abbandonai il seminario e intrapresi la vita militare questo mi diede modo di conoscere molti paesi, le loro usanze, i loro costumi e la loro cultura

motivazione all' ingresso al Priorato di Sion:studio, ricerca e preservazione di conoscenza e verità

cosa pensate possa darvi il Priorato di Sion ecosa potete offrire voi: la possibilità di poter contribuire al compimento della missione del Priorato con l' ausilio delle mie conoscenze e capacità

Il Principe Sovrano Maestro, di tanto in tanto, era solito procedere a verifiche della documentazione proveniente da coloro che desideravano divenir membri del Priorato di Sion.

Quella sera Pigreco non era di umore buono per via di un lieve malessere che lo rendeva insofferente. Non vi era un motivo preciso, forse i recenti temporali e le piogge che minacciavano di rovinare il lavoro dei contadini che curavano i possedimenti del Priorato, forse alcune faccende che nell’Ordine avrebbero dovuto procedere in maniera più spedita…

Sapeva bene, il Maestro, che quel documento era indirizzato al Gran Cancelliere ma chiese all’Apprendista che lo recapitava di fornirglielo affinchè potesse esaminarlo; avrebbe quindi richiuso la busta apponendo su di essa il proprio sigillo affinchè il Gran Cancelliere sapesse che non vi era stata manomissione alcuna da parte dell’Apprendista, ma che il cartiglio era stato visionato dal Maestro.

Pigreco lesse con attenzione le informazioni fornite da Messer Silvio quindi invitò l’Apprendista a seguirlo nel suo studio dove avrebbe scritto poche righe per il Venerabile Gran Cancelliere, un breve commento sui quei dati.

Si sedette alla scrivania suggerendo all’Apprendista di accomodarsi di fronte a lui e gettandolo nel più profondo imbarazzo… non era per tutti poter accedere agli appartamenti del Principe Sovrano Maestro.

Estrasse un foglio dalla cassettiera alla sua destra e, dopo aver macchiato il pennino con inchiostro nero, scrisse di getto.

Citazione :

Et in Arcadia ego...

Castello del Priorato di Sion, addì 14 Novembre 1458

Venerabile Gran Cancelliere,
abbiamo proceduto ad una verifica in itinere delle attività di reclutamento indirizzando il nostro interesse al documento che vi sarà recapitato assieme a questa nostra.
Riconoscendo le risposte alle domande canoniche, riteniamo che abbiate provveduto ad un preliminare colloquio con Messer Silvio ma, in base alle informazioni fornite dallo stesso, è nostra convinzione che il Vostro dire non sia stato recepito nei corretti termini… appare evidente che le Vostre parole non sono state comprese…

Conosciamo Triora, il luogo che sembrerebbe dar residenza a Messer Silvio, solamente per antiche letture. Non risulta infatti esistere alcun luogo, nella Superba, che conservi quel nome arcano… consigliate a Messer Silvio di prestare attenzione a non scottarsi, giacchè pare che da quelle parti facesse, in passato, parecchio caldo.

Vi lascio al Vostro lavoro, Venerabile Fratello, offrendoVi il mio Triplice Fraterno Abbraccio.


Pigreco Hohenstaufen di Svevia
Principe Sovrano Maestro del Priorato di Sion

Lungamente lesse e rilessa quella lettera il fido cancelliere...
in essa le preoccupazione di un padre.
Il Priorato era casa di accoglienza...ma con ostinato rigore.
Le fiamme non facevano paura...ma l'attenzione a non scottarsi, in quel luogo era alta...
Non prevarranno disse tra se e se Pietro...
Arrotolò la lettera e la pose via ben consapevole dei suoi doveri.

[i]Attendeva in quella stanza da moltissimo tempo, probabilmente il giorno e la notte si erano susseguiti diverse volte, ma attendere non gli aveva mai fatto paura, era una dote che un bravo soldato doveva avere, però, lui che aveva frequentato alcune delle più grandi corti d' europa, da ospite che chiedeva udienza non era mai stato fatto attendere così tanto, se un ospite non è gradito solitamente viene invitato ad abbandonare la casa altrimenti........Comunque teneva queste sensazioni per se, cercando di mantenere sempre un atteggiamento paziente e rispettoso così come richiedeva un luogo come quello.

vede messere...si rivolse a lui il Gran Cancelliere...
l'attesa alle volte è vana, se non ci si pone con lo spirito giusto.
Siete venuto qui rievocando luoghi a noi sconosciuti...
Luoghi che puzzan sicuramente di zolfo, ma che poco hanno a che fare con la Superba.
Vogliate dunque, toglier via la maschera e presentarvi per quel che siete.
Solo allora valuteremo in serenità d'animo le vostre richieste.

Nessuna maschera Gran Cancelliere, quello che sono lo vedete qui davanti ai vostri occhi e chi sono ve lo raccontai al mio arrivo e proprio per questo ricorderete che da quei luoghi che tanto temete, fui allontanato in giovane età e per mia scelta non vi feci più ritorno rinunciando a terre e denari della mia famiglia decidendo d' intraprendere la vita militare in giro per l' Europa.
Per quanto concerne ciò che vi turba della mia terra natia durante il mio vagare per i campi di battaglia mi arrivarono notizie sui tragici accadimenti che ne segnarono per sempre il nome. Accadimenti frutto solamente della superstizione e della creduloneria generate dall' ignoranza a cui, sono certo che, persone del vostro spessore intellettuale non possono aver mai dato credito, fatti che comunque non possono cancellare l' appartenenza di quei luoghi ai domìni della Superba.
Di sicuro la puzza di zolfo a cui accennate non può che provenire dalle cantine del paese, dove è uso bruciarne modiche quantità all' interno delle botti prima della vendemmia per la loro disinfezione.

La lunga ed infruttuosa attesa si era protratta ormai per un tempo inaccettabile, ai suoi occhi i signori del castello non sembrava più che volessero mettere alla prova i candidati all' ammissione all' ordine, per fare emergere le loro reali intenzioni, ma bensì gli parevano troppo impegnati a bearsi nel lusso delle stanze del maniero, nello sfarzo di pranzi e cene pantagruelici, non sembrava più emergere dai loro gesti la completa dedizione alla ricerca della verità ed al servizio dell' altissimo. Leggeva nei loro gesti una sorta di sublime piacere nel torturare gli ospiti facendoli aspettare per un tempo interminabile, un autocelebrazione dell loro ruolo e delle cariche che a suo parere si erano assegnati arbitrariamente senza l' investitura di nessuna vera alta carica.
Certo, non era una giovane ed avvenente dama dai lunghi e fluenti capelli e neppure un duca, un conte, un principe od un alto prelato era solo un soldato monco di una mano e guercio da un occhio con un passato che gli aveva sicuramente garantito un posto all' inferno, ma al suo arrivo pensava sarebbero state le sue intenzioni a far accettare o meno la sua richiesta di ammissione. Raccolse le poche cose che aveva portato con se e s' incammino lungo i corridoi alla ricerca di qualcuno che potesse indicargli la strada per le stalle dove sarebbe montato in sella al fidato zefiro ed avrebbe abbandonato il castello, aveva vergato alcune righe che avrebbe consegnato ad un inserviente perchè la recapitasse ad una delle alte cariche in cui spiegava le ragioni della sua partenza.

Il capitano Parodi era in sella al suo cavallo e si apprestava a partire quando un uomo avvolto in un mantello ed il capo coperto da un cappuccio gli si avvicinò e gli disse di conoscere le ragioni formali per cui non era stata accettata la sua richiesta.
Il capitano dopo aver ascoltato le parole del misterioso avventore fu scosso da un moto di stupore e sconcerto.......
come potevano, persone di tale o presunto spessore culturale, non conoscere la sua terra natia?
Certo non era una illustre città, ma un paesone di antiche origini romane che un atto del 4 marzo 1261 rogato poi l' 8 novembre del 1267 stabilì che Triora era a tutti gli effetti un nuovo feudo della repubblica di Genova. Nel 1284 poi 250 suoi concittadini al fianco di Genova presero parte alla battaglia della Meloria contro Pisa per dimostrare la loro fedeltà alla "Superba".
Non avevano riscontri poi sulle sue origini anagrafiche? Eppure i Parodi erano presenti su tutto il territorio ligure e persino in Piemonte e forse era proprio per questo che le loro "Signorie" non riuscivano a trovare tracce di Silvio Parodi di Chiaramonte (Chiaramonte era il nome del padre).
Quali mai saranno state le fonti a cui attingevano le loro informazioni?? o forse attingevano solo dalla loro superbia e presunzione............
Fatte queste cofidenze allo sconosciuto confidente lo congedò ringraziandolo di cuore e si avviò verso il grande portone di ferro.