L'arrivo di Cheyanne

Pigreco ascoltò la giovane dama che si presentava e non ebbe il minimo moto d'espressione quando udì il suo nome; naturalmente era al corrente di chi fosse ospite del Priorato, con tanto di richiesta di ammissione, ben prima di recarsi ad incontrarla... gli Scudieri lo avevano informato per tempo e ed egli non aveva omesso di chiedere che venisse presa qualche informazione su di lei, sebbene il suo cognome fosse, per lui, sufficiente.

S'inchinò cerimoniosamente di fronte a lei e, interrompendo l'Apprendista Luchinho avvisandolo con un cenno della mano, iniziò a parlare:
“Damigella, i miei Fratelli, qui presenti, avranno certamente risposto in maniera più che adeguata alle vostre domande e, ne sono sicuro, avranno posto le loro.

Il Priorato di Sion vanta carattere elitario e non è, pertanto, nostro costume iniziare alla vita ordinistica con superficialità... accettiamo (e non accogliamo) tra noi esclusivamente persone ragionevolmente motivate, che conoscano l'Ordine o desiderino conoscerlo ponendo domande opportune.
Desideriamo che chiunque scelga la vita nel Priorato ne sia fortemente convinto con cognizione del significato che una tale scelta rappresenterebbe per se stesso e per i Confratelli.

Da ciò che ho potuto appurare siete, ad oggi, ancora lontana da tutto ciò... ma vi è ancora un dettaglio, purtroppo affatto trascurabile... portate il cognome Hohenstaufen che è il mio stesso e non ho mai accettato né voi né alcun vostro famigliare nel casato di cui sono a capo con regolare riconoscimento araldico, che nessuno di voi può e potrà mai vantare.
Forse non siete al corrente del fatto che molti anni fa io e i miei fratelli subimmo l'usurpazione del nostro nome e fummo cacciati dal palazzo dei nostri avi... luogo oggi abitato da vili impostori.

Voi portate ancora il cognome Delle Penniche... lo stesso di colei, l'Altissimo voglia negarle il perdono, che diede alla luce mio figlio prima di derubare l'Ordine al quale voi oggi chiedete accesso, e tentando con ogni mezzo, ma invano, di infangarne l'onore”.

Pigreco fece una breve pausa e riprese a parlare:
“Per questi motivi sono a dirvi che, avvalendomi delle mie facoltà in qualità di Principe Sovrano Maestro, è per voi e per qualsiasi altro membro della vostra famiglia interdetto, oggi e fino a quando avrò vita, ogni accesso al Priorato di Sion”.
Pronunciate queste parole il Principe si incamminò per tornare alle faccende che lo tenevano occupato i quei giorni ma, giunto all'uscita della sala, si voltò per rivolgere alla dama alcune parole di commiato
“Le colpe dei padri ricadranno sui figli per sette generazioni!
Damigella, voglia l'Altissimo preservavi dall'errore”.

Il giovane vide il Principe fargli segno di fermarsi. Egli si mise subito in silenzio e sentì le parole del Venerabile.
Mentre udiva il discorso, gli scapparono qualche lacrima poiché immaginava benissimo il dolore del suo amato superiore. Preso d'istinto e senza pensare fermò il Venerabile alla soglia della porta, dove quest'ultimo aveva pronunciato delle parole di commianto verso la dama, e gli diede un braccio sussurrando:

"a volte un gesto è meglio di mille parole, sappiate che mi stringo al vostro dolore e perdonatemi se non ho rispettato le fila!"