[gdr] visita al priorato

Conni sorrise ripensando a ciò che le era accaduto,sembrava passato un secolo eppure era poco più di un mese. Un profondo respiro e rispose al Camerlengo:

"Signore,le vostre domande sono più che lecite e risponderò sempre con sincerità.Vi racconto in breve le mie disavventure. Con mio padre dopo varie soste giungemmo a San Miniato e qui ritrovò vecchi e cari amici che si sposavano.Ci invitarono al loro matrimonio e accettammo di buon grado.Ma dovevamo nel frattempo andare a Massa per affari che mio padre doveva sbrigare,e quindi giungemmo a Massa.Nel nodo che precede Massa da Pisa venimmo derubati di tutto da due briganti (che io ho denunciato),ed essendo deboli e feriti pregai mio padre di rimandare l'ennesimo viaggio di ritorno a San Miniato per il matrimonio. Ma uomo testardo e cocciuto non volle sentir ragioni e con un gruppo debolissimo ci siamo incamminati alla volta di Pisa appunto per il matrimonio.
Considerate che io ero inesperta di viaggi e poco sapevo di ferite e forze,perciò mi fidai ciecamente e pregai. Purtroppo nessuno mi ascoltò e venimmo uccisi tutti,un gruppo di 5 persone) nel nodo appunto tra Massa e Pisa da un brigante di nome Cristoforo Colombo,(anche questo evento denunciato).Da li sono ancora convalescente a Massa,anche se ho trovato una famiglia ed una città che mi piace.

Ora ho preso la residenza in quella città,alla fine ci sto bene,ho molte persone che mi vogliono bene e come posso lavoro per la città."

Alzò lo sguardo sul Camerlengo ed aggiunse: "Signore,trovo più che giusto che voi vogliate conoscermi,e per questo sono qui,tenetevi libero a chiedermi ciò che ritenete necessario.....d'altronde è così che si conoscono le persone,chiedendo." e sorrise.

Lia Amar ascoltava Connemara e il Venerabile parlare, certo i biscotti di Matilde erano deliziosi e tra un assaggio e l'altro rifletteva sulla storia della giovane, davvero brutta storia.

Si alzò e si sedette vicino al camino, aveva un po' freddo e rifletteva sul fatto che lei era buona e dolce, certo era la sua indole, ma a volte sembrava una presa in giro quel buona e dolce, non era il caso di Connemara, ma Lia ultimamente rifletteva sempre di più su quello che era il suo modo di essere, forse mal interpretato, forse non capito fino in fondo e magari c'era anche chi vedeva in questo della falsità.  

Continuò ad ascoltare le domande poste dal Venerabile e guardando fuori le foglie che volavano nell'aria si disse tra sè e sè "se uno nasce quadrato non muore tondo, Lia" e sorrise persa nel suo mondo.

Conni si sentiva a proprio agio,passato il primo momento di timore ora parlava serena e tranquilla e raccontava volentieri di se.

"Io sono nata a Montevarchi,sono vissuta li per un po,poi varie vicissitudini mi hanno fatto,ahimè,lasciare la mia città. Dico ahimè perchè li ho lasciato il mio cuore ad una persona.Dovevo tornare,ma come sapete sono a Massa in attesa di guarire.Durante la mia permanenza mi sono trovata bene li,grazie alle persone meravigliose che ci sono,ed ho preso la residenza. Però....il cuore è a Montevarchi,e con questa persona mi sono tenuta in contatto ogni giorno,ci scrivevamo lunghe lettere,ci raccontavamo di noi e la nostra vita,col tempo siamo passati da amici,ad amici cari,a......ancora non so. Ma lo sto aspettando a Massa,giungerà per me,verrà a trovarmi e forse a stabilirsi li" .....e come sempre quando parlava di Guglielmo le brillavano gli occhi.

Osservò Lia,osservò il Camerlengo e solo allora si rese conto di essere uscita dalla domanda postagli.Fece un sorriso come di scusa,sperava che capissero e la perdonassero per essersi divulgata tanto.

Fuori pioveva a dirotto e Conni ringraziò qualcuno lassù per essere ancora sotto l'acqua,ed apprezzo ancora di più la splendida ospitalità di Lia e del Camerlengo.

Si prese alcuni minuti per rispondere alla domanda postale....ripensava a quando per la prima volta ne sentì parlare...e rispose:

"La prima volta che sentì nominare il Priorato fu da mio padre Giovannidaalghero,eravamo a Firenze e ricordo che una sera gli raccontai di ciò che mi sarebbe piaciuto diventare. Alla fine del mio racconto lui mi disse che sarei stata giusta per il Priorato. Chiesi spiegazioni su cosa era e dove fosse,ed a man mano che il racconto procedeva sentivo una spinta a volerne sapere di più. Purtroppo lui aveva poche informazioni,e per un po lasciai cadere l'argomento.
Dopo il mio ferimento grave e quindi la permanenza a Massa,un giorno per caso vidi una taverna (di cui ahimè non ricordo il nome),che però aveva sulla locandina il nome del Priorato di Sion. Chiesi informazioni al proprietario e lui mi fece parlare con un vostro fratello,il Messer Limes. Dopo pochi giorni per caso (o almeno credo) in una taverna conobbi Pigreco,il Principe di Sveva,e posi anche a lui delle domande.
Con queste informazioni ho deciso di venire qui.......il resto lo sapete..." rispose Conni alzando lo sguardo per guardare negli occhi il Camerlengo.

Sospirando Conni rispose:

"Signore,chiedo scusa se avete capito ciò,forse non mi sono espressa bene. Non conosco il Priorato vero,ma mi hanno elencato i vostri principi : Carità, Fratellanza,Umiltà. Poichè io sò come sono,e sò che questi requisiti fanno parte del mio essere,so che combatterei le ingiustizie con ogni mezzo,che dividerei il pane a metà con chiunque ne avesse bisogno. Sò che sono umile,che sò amare,che sò essere leale fino alla fine,che combatto per quello in cui credo.......ma,io lo sò. Giustamente voi non potete saperlo,non mi conoscete,e se me ne darete la possibilità di farmi conoscere di mettermi alla prova,potrete giudicare voi stesso. La mia non è superbia Signore,è solo consapevolezza di come è fatta Connemara." osservò negli occhi del Camerlengo dispiaciuta di vedere e sentire tanta diffidenza nei suoi confronti....dopotutto non chiedeva altro che una possibilità!

Si girò verso Lia e le fece un sorriso....le piaceva trovarsi in quel luogo caldo,sicuro pieno di storia e di saggezza....

Lia partecipava ascoltando la conversazione tra il Venerabile e Connemara.

Lei non aveva saputo porre così tante domande alla giovane e in quel momento era tornata una scolaretta, stava imparando ad accogliere persone desiderose di sapere cosa si celasse dietro le possenti mura del Castello. Lia spinta sempre dal far trovare a proprio agio gli ospiti, si preoccupava di tutto tranne delle cose che più importanti.

Il Gran Camerlengo era poco incline all'accoglienza, lui era più propenso a studiare nel suo ufficio, a pianificare, ma ancora una volta stava imparando qualcosa da quell'uomo, parlava poco ma ragionava assai.
Queste lezioni sembravano non finire mai. La Dama era sempre più contenta e curiosa di sapere cos'altro avrebbe imparato, erano anni che era un membro dell'Ordine ma ancora di strada ne aveva molta davanti a sè.

Si avvicinò al tavolo per versare una buona tisana calda a base di vino caldo e spezie, ottima da gustare nelle giornate fredde. Non amando il vino, Lia adorava il vino caldo con spezie, era dolce e dal sapore gradevole.

Connemara, Volete assaggiare questa particolarità? Si tratta di vino caldo e speziato, è il vino delle nostre riserve, abbiamo vendemmiato da poco tempo quindi è il miglior vino, disse sorridendo alla giovane mentre le versava la bevanda.

Capisco che vi sentite sotto giudizio, ma ciò che Vi chiede il Venerabile è giusto perchè noi dobbiamo capire
il Vostro spirito. Mi dispiace per l'accaduto precedente ma ora iniziamo un nuovo capitolo insieme al Gran Camerlengo. Non ve ne pentirete vedrete.

Fece un occhiolino alla donna e tornò a scaldarsi vicino al fuoco.

...profumo di vino speziato.....le ricordava la sua mamma,quando d'inverno per scaldarsi,preparava in un pentolino del vino speziato. A Conni il vino non piaceva,ma quel profumo le ricordava momenti sereni,piacevoli,e accettò il bicchiere che Lia le offriva,sicura che oltre ai ricordi,avrebbe svegliato anche il suo corpo dal torpore del caldo e del buon pranzo.

"Grazie Lia,la vostra ospitalità è eccellente,e con questo vino avete aperto una porta nel mio passato,dal quale escono dolci e cari ricordi,e vi ringrazio di questo regalo. Non ci penso più al precedente episodio,il passato è passato e rimurginarci sopra è solo una perdita di tempo. " e le sorrise con tutta la gioia che provava.

Guardava intensamente il Camerlengo,aveva molte domande da fargli,e non sapeva cosa chiedere per primo,ma una più di tutte le urlava nella mente,e decise che avrebbe fatto quella,sapendo che forse era quella sbagliata,ma la curiosità era tanta. Prese coraggio e rivolgendosi a Lui disse:

"Signore,voi siete più saggio di me,più studiato.Avete dalla vostra la forza del tempo,la forza del sapere,e di sicuro ne avete viste di persone che sembravano "angeli" e poi sono diventati "demoni". Non so se avervi incrociato nella mia strada sia stata sfortuna,ma non lo credo. Ritengo che sia sempre una bella cosa conoscere una persona,se poi essa è saggia,colta,e se da essa cogli anche solo una parola che non conosci,allora non è sfortuna,ma il contrario.
Voi mi avete concesso la possibilità di farvi domande,e credetemi ne avrei molte,ma una mi sorge spontanea,specie dopo che ho sentito i vostri discorsi.......Da cosa dovete proteggere i vostri fratelli e sorelle?? Cosa o chi può nuocere il Priorato da aver così tanta diffidenza verso le persone?? Forse la domanda non è corretta,o forse non dovrei chiederlo,ma così come sento di voler fare parte del Priorato,vorrei anche sapere da cosa è minacciato."
Parlò tutto d'un fiato perchè temeva di suscitare l'ira del Camerlengo ponendo una domanda così delicata,ma non immaginava un motivo valido perchè qualcuno volesse far del male all'Ordine o ai suoi membri.

Lia prese la parola prima ancora che il Gran Camerlengo potesse rispondere, lui era saggio e sapeva sempre cosa dire, lei invece rispose istintivamente.

Non abbiamo paura di nessuno, non temiamo nessuno, siamo solo rimasti molto delusi e rattristiti per il comportamento di alcuni. Ora stiamo molto attenti a chi condivide con noi il nostro tetto, la nostra tavola e sta al nostro fianco. Tutto qui, Dama Connemara.

Con un velo di tristezza guardò il bicchiere e bevve l'ultimo sorso.

Si girò a guardare Lia,e vide sul suo volto un'ombra triste e si pentì di aver fatto quella domanda. Le sorrise e disse rivolta a lei:

"Capisco....vi proteggete dalle delusioni,e per farlo dovete essere selettivi. Comprendo e sono d'accordo. A volte fanno più male le delusioni che le spade" rispose calma Conni,ed aggiunse :

" Vi chiedo scusa Lia se ho aperte vecchie ferite,non era mia intenzione farlo." le rispose guardandola negli occhi.

Osservò il Camerlengo e riprese: " non volevo dire che voi temete o avete paura di qualcuno,ma volevo sapere cosa o chi poteva far del male al Priorato. Ho capito che è la bestia peggiore,la delusione. Purtroppo da quella nessuno ne è immune..." ed abbassò gli occhi per non far vedere la traccia di tristezza apparsa improvvisamente.

"Meglio aspettare per fare la prossima domanda" pensò Conni in attesa....

Ascoltò molto attentamente le parole del Camerlengo,le fece sue,le sentì dentro.....un tutt'uno!

Girò lo sguardo verso il camino,assorta nei pensieri,rifletteva sulle parole sentite,sul loro significato,su cosa le avevano toccato dentro. Un tutt'uno..... Quelle due parole potevano voler dire tutto o nulla....ma erano emblematiche per lei. Prese un profondo respiro e guardando negli occhi il Camerlengo disse:

"Ebbene Signore.....voi non potete sapere quanto quelle parole mi hanno toccato dentro e non è facile spiegarlo ma ci provo:
io voglio,desidero,e devo essere un tutt'uno con il Priorato. Già sapevo in cuor mio cosa fosse,già sentivo che qualcosa mi chiamava qui,non al castello,non ho badato al luogo dove sono,ma allo spirito che esiste qui. Ho sentito e percepito la forza che emana questo luogo,forza di fede,di carità,di fratellanza,io stessa non sono voluta andarmene,e non perchè volevo parlare con voi a tutti i costi,ma perchè qualcosa di più grande me lo ha impedito. Non ho chiesto asilo,aiuto o conforto,non ho chiesto cibo o riposo,ma ho solo chiesto una possibilità. La possibilità di sentirmi un tutt'uno,di servire la vostra causa che è la mia causa,la possibilità di farmi conoscere e casomai in un futuro molto remoto anche di farmi apprezzare...
.....non temo la gerarchia,in fondo la società è tutta una gerarchia.non temo di dover obbedire,non temo di dovermi sacrificare....temo solo di non esserne all'altezza. Ma come voi ben dite.....se non si prova non si sà,anche io preferisco sempre tentare e fallire,dare il mio meglio su tutto,sperando che il mio meglio sia all'altezza delle richieste,ma certa che è il meglio che posso dare."

Guardava oltre la finestra Conni,vedeva che ormai era passato il temporale,non sapeva come spiegare quella FORZA che sentiva dentro,che la chiamava,che la tratteneva li. Si sentiva impotente nel tentare di descriverla....ma volle provarci:

"Signore...non ho altre domande da porvi,Voi avete risposto a tutto ciò che avevo da chiedere" ,ed alzando la testa fiera e solenne aggiunse:

Io Connemara,figlia di Giovannidaalghero,cittadina di Massa,chiedo di avere la possibilità di entrare a far parte del Priorato di Sion.Non porto con me tesori o esperienze,non porto con me titoli o cognomi.....porto con me la convinzione di poter servire la causa del Priorato. Non prometto sulla mia vita di non potervi deludervi poichè anche io sono un essere umano,non giuro di essere invincibile,avrò bisogno di aiuto,di conoscere e imparare,sarò l'ultima arrivata e quindi sò...che dovrò obbedire e fidarmi ciecamente.....ma in cuor mio Signore.....Sento il Priorato come parte della mia vita!"

Detto questo,non abbassò lo sguardo dagli occhi del Camerlengo,voleva che lui intravvedesse il lampo di orgoglio che lei sentiva anche solo a trovarsi dinanzi a lui,orgoglio per aver conosciuto una alta carica,di aver conosciuto la dolce Lia,orgoglio di aver respirato anche per un momento l'aria del Priorato e pensava che più di questo non sapeva dire...che non sapeva come altro esprimere ciò che sentiva.

"Sono orgogliosa di trovarmi qui,di aver parlato con Voi,di aver avuto a mia disposizione il vostro tempo,felice di avervi conosciuto,terrò caro il ricordo di questi giorni...siete stato molto paziente con me,più di quanto io lo sia verso me stessa" disse poi sorridendo "vi chiedo solo di tenere in considerazione Connemara come futura tutt'uno del Priorato....se Voi riterrete che io sia all'altezza del compito.....vi prego di accettarmi come membro,altrimenti saprò che ci ho provato,con tutta me stessa,almeno non avrò il rimpianto de se o del ma...." finì il suo discorso con un sospiro. Vide che le prime luci della sera stavano calando fuori della finestra,ed andò con la mente a quella sera,quando sentì per la prima volta la parola Priorato!

Dopo un primo momento di smarrimento,Conni si riprese.....era infuriata quando ripensava a quella storia,e perciò ci pensava il meno possibile.
Ma si rendeva conto che doveva rispondere e dopo aver rivissuto gli eventi nella sua mente parlò.

" Signore,perdonatemi se torno un momento indietro,ma serve per farvi capire alcune cose del racconto. Come voi vedete io sono giovane,ma quando successe quel fatto (circa la metà di settembre) ero davvero giovanissima. Mi fidavo ciecamente di mio padre,detti in mano la mia vita a lui,come voi sapete,ma prima gli diedi la mia fiducia assoluta. Ora vi racconto....
Eravamo da alcuni giorni a Firenze e non ci stavo molto bene,ma credo fosse questione di abitudine. Cmq ....una mattina entrai in una taverna,come al solito salutai e cominciai a chiaccherare. Una signora (se non ricordo male era Munda,e solo più tardi venni a sapere che era il capo delle guardie),cominciò a chiedermi dove ero la sera prima,con chi,cosa facevo. Lì per li non capivo,ma fornii le indicazioni,poi entrò Astra,il sindaco di Firenze di allora......e anche lei mi fece domande. Io dissi che volevo sapere il perchè e mi dissero cosa era successo.
Lì per la prima volta sentii le parole assalto e tradimento,ma nemmeno capivo che volevano dire.
Astra mi spiegò cosa era successo ed il perchè di quelle domande,pensavano che anche io fossi coinvolta.Io ero nel gruppo di mio padre,ma perchè viaggiavamo insieme,all'epoca nemmeno sapevo viaggiare sola.
Cmq....quella mattina Astra mi credette e volle aiutarmi,le formii le prove di dove ero la sera prima (screen) e lei li passò al pm,tanto è vero che durante il processo io venni solo nominata,e Astra chiese espressamente di lasciare fuori il mio nome in quanto innocente.
Quando mi resi conto della situazione......non ebbi la forza ed il coraggio di abbandonare mio padre. Gli rimasi vicino,in fondo è la mia famglia e tutti possono sbagliare,certo,gli dissi come mi sentivo io,delusa e tradita,amareggiata e arrabbiata,ma aspettai che pagasse la pena.....e partimmo.

Forse pensate che vi stia mentendo,ma io non ho mai nascosto il nome di mio padre,l'ho sempre detto forte e chiaro.Vero che non ho parlato prima di questo episodio,ma non lo ritenevo necessario,poichè io non ne ero coinvolta se non mio malgrado.

E non mi pento delle mie scelte,di essere stata li con lui,di averlo sgridato,ma anche fatto ragionare,e quando chiese scusa al Sindaco,ne fui contenta. Io voglio bene a mio padre e non lo rinnego per nessuno,come ho dentro i principi di fratellanza e carità,ho anche quelli della famiglia e di amore per la famiglia.

Questi sono i fatti,contattate pure le persone citate,chiedete ed informatevi.....la mia coscienza è pulita." tirò un profondo respiro,liberatorio,sperando di non dover mai più pensare a quell'episodio.

Conne sorrise e rispose:

"Signore,fate ciò che ritenete giusto,contattate coloro che vi nomino,Astra e Munda,abitano a Firenze,anche Kattiveria se vorrete.....leggerete le loro risposte e vedrete che non ho mai mentito......

Non ho altro da dire ne da tacere,solo permettetemi un'ultima cosa.....

VOI FATE RICADERE SUI FIGLI LE COLPE DEI PADRI. VOI CHE DOVRESTE ESSERE CARITATEVOLI E MAGNANIMI,CHE AVETE ACCERTATO CHE NON HO CARICHI PENDENTI,CHE MAI SONO ENTRATA IN UN TRIBUNALE......CONTINUATE A METTERE IN DUBBIO LE MIE PAROLE!

Ebbene caro Signore......Connemara toglie il disturbo.....ma vi prego di scrivere a chi ho nominato.....giusto x amor di verità,se poi a voi sta davvero a cuore.

Ho capito benissimo che non era intenzione del Priorato accettarmi,sin dalla prima volta lo avevo capito,ma pensavo vedeste il mio spirito.....non vi basta?? Pazienza,perdete voi!"

Detto questo,Connemara prese le sue cose e senza aspettare le guardie,aprì la porta,percorse la strada che conosceva e uscì......

Si girò a guardare l'ultima volta il castello,ma ora era conscia che mai l'avevano voluta!

è velocissima nell'uscire da queste stanze, Lia rimase perplessa, il Gran Camerlengo aveva fatto solo il suo dovere per Amore dell'Ordine ma se per così poco Connemara era scappata con tutto l'entusiasmo che aveva dimostrato, evidentemente non era così motivata e certa di quello che stava facendo.
Ma chi non sbaglia a questo mondo? Magari era in buona fede come aveva detto il Venerabile e non ha avuto carattere nell'affrontare così tante domande e per di più domande penetranti.

Era Importante capire chi si ha di fronte e questo Lia lo aveva capito con il tempo.

Non è stato tempo sprecato, Venerabile. Mi avete dato una lezione anche oggi e anche  molto importante.
La prossima volta saprò come affrontare coloro che bussano a queste porte.
Spero di non averVi fatto perdere tempo, sorrise all'uomo, Andiamo è tardi e ho una grandissimo sonno, domani la mia giornata sarà tutta dedita allo studio e non solo di Distillazione ma anche altro, argomenti che Voi conoscete molto bene, mio Caro Maestro!.

Rise sotto sotto e uscirono dalla Sala.

Lungo la strada di ritorno a casa Conni si fermò in una taverna,e decise di chiedere in prestito il necessario per scrivere una lettera.



La busta la indirizzò direttamente al "Camerlengo del Priorato di Sion" e cominciò la lettera così:

Gentile Signore,

mi sento in diritto di ribadire per bene e più serenamente il mio modo d'agire. Penserete certo ad un scarso interesse,o a una debolezza di carattere,o magari che abbia chissà quali cose da nascondere.......ebbene nulla di tutto ciò.

Semplicemente ho visto una persona che dovrebbe essere pura di spirito,avere pregiudizi su una ragazza che non si è nascosta mai.Ho visto in discussione la mia sincerità,quando io per prima e più volte ho rivelato l'identità di colui che chiamo padre,ma che in realtà non mi ha mai adottata legalmente (questo magari dovevate appurare).

Ho sentito chiaramente la vostra diffidenza,la vostra a volte ostilità,celata dietro a paroloni,nascosta dietro alla vostra autorità,ma che per un uomo che professa fratellanza e carità non si addice.

Era il mio sogno entrare a far parte del vostro Priorato,ma ho capito che nessun sogno vale la mia dignità,dignità di innocente prima di tutto e doveva bastarvi: primo.....la mancanza di carichi pendenti a mio nome .....secondo la mia parola,perchè.......vero che non mi conoscevate,ma se aveste chiesto in giro (come avete fatto per l'episodio di Firenze) anche come ero io in pubblico,certo non vi sarebbero servite altre prove sulla mia sincerità.

Ma.....è andata così.....pagherò per qualcosa che non ho fatto in eterno,con la consapevolezza però che almeno IO sono stata sincera,con la consapevolezza che nei cavalieri non c'è poi tutta questa nobiltà d'animo,e questo è quello che fa più male.

Vi ringrazio in ogni caso della lezione che mi avete dato.....imparerò d'ora in poi a celare qualcosa di me,vi ringrazio dell'ospitalità vostra e di Lia,e prego chi da lassù mi ama di darmi il coraggio di credere ancora nella fratellanza.

Connemara

Chiuse la busta,con una lacrima mal celata e la consegnò ad un ragazzo: "Vai e portala tu per me,è la fine di un sogno" e lo pagò per il disturbo.

Limes attraversando i corridoi del castello, si trovò a passare dinanzi alla porta della sala di ricevimento e vi diede un'occhiata. Era vuota. Sapeva che alcuni giorni prima vi era stata introdotta damigella Connemara per la necessaria tegolatura che si effettua prima di una ammissione.  Il lavoro di tegolatura della Priore Dama Farmina e del Gran Camerlengo Robin erano stati ineccepibili  e le domande che si susseguivano erano state poste con educazione e con fermezza, ma  la damigella in questione, pur avendo chiara solo l'idea di voler aderire ad un Ordine cavalleresco riteneva che quel modo di agire, di porre certe domande fosse dovuto a diffidenza e ad una certa ostilità. Non ne comprendeva la motivazione e l'importanza.
Limes pensò a tutte le volte che gli era capitato di parlare del Priorato con qualcuno, descrivendolo come un ordine cavalleresco con precise regole e statuti che permettevano a chiunque li avesse seguiti di percorrere una via retta verso la ricerca della Verità oltre a una vita densa di avventure.  Ma forse avrebbe anche dovuto spiegare che bussare alle porte del Castello implicava un'attenta tegolatura che è ben altro dal prendere informazioni nel senso che intende un profano. Damigella Connemara non aveva evidentemente compreso che cercare di conoscere una persona che bussa al Castello e acquisire nozioni sia dalle sue dirette parole e conoscere i fatti anche dalle persone direttamente coinvolte, serviva ad avere una visione più ampia e decisamente determinante per poter prendere una saggia e importante decisione come accogliere una nuova sorella.  Il proselitismo era infatti l'elemento più delicato e importante fra tutte le azioni che un Cavaliere  poteva  compiere per il bene dell'Ordine e dello stesso postulante.
Limes riteneva che le domande e le azioni del Gran Camerlengo fratello Robin e della Priore sorella Farmina sarebbero state le stesse anche se lui stesso si fosse presentato un giorno a bussare alle porte del Castello. Nè più e nè meno. Era un protocollo uguale per tutti; un modello che esulava dal Kairos della situazione e che serviva a non dar adito a interpretazioni personali da parte di qualsivoglia profano avesse bussato alle porte del Castello.  
Connemara aveva voltato le spalle ad una grande opportunità. Forse la più grande di tutta la sua vita se solo non avesse peccato di superbia. Se solo l'umiltà della quale parlava nelle sue risposte si fosse materializzata nei comportamenti seguenti. Ecco a cosa serviva la tegolatura: ad accertarsi senza alcuna ombra di dubbio, che il bussante fosse una persona nata di buoni costumi e libera dai lacci dell'orgoglio, dell'egoismo, del pregiudizio e della superbia.  Capace quindi di accogliere umilmente i valori della Libertà, dell'Uguaglianza, della Fratellanza e della Tolleranza verso la diversità del pensiero.
Mai una tegolatura sarebbe stata meno di quanto era stata per Connemara.
Così, in silenzio,  con lo sguardo verso il camino spento, Limes rimuginava su quanto accaduto.  Poi si voltò e continuò il suo giro. Si diresse verso le stanze del Gran Rettorato. Anche quelle non vedeva da tempo.