L'arrivo di Padre Franciscus_bergoglio

Pigreco era informato del fatto che il nuovo parroco di Massa avrebbe raggiunto il castello del Priorato per discutere circa il battesimo di Aloysius, ma era soddisfatto soprattutto per avere finalmente la possibilità di conoscere Padre Bergoglio, del quale aveva sentito parlare assai bene.
Era molto tempo che un religioso non varcava le soglie del castello, e la cappella dell’Ordine era sempre frequentata ma non vi era più stato celebrato alcun rito.

Uno scudiero informó la guardia di sentinella agli appartamenti del Principe che un prelato era alle porte del castello e, quando ne ebbe notizia, Pigreco immaginò subito si trattasse di Padre Bergoglio; decise che lo avrebbe accolto personalmente.

Era una mattina soleggiata ma non faceva particolarmente caldo, probabilmente con il progredire della giornata sarebbe stato diverso e le cicale avrebbero assordato gli abitanti del castello e deliziato Pigreco che amava la Natura in ogni sua forma ed espressione; Pigreco discese l’imponente scala di pietra che lo avrebbe condotto ai piani bassi del castello e poi ancora all’uscita che dava sull’ampio cortile con i campi coltivati e gli spazi attrezzati per gli allenamenti dei Cavalieri e per le giostre il tutto circondato dalle mura imponenti che gli antenati del Principe Sovrano Maestro avevano fatto erigere secoli prima.

Salutati i fratelli che incontrava lungo il suo procedure, Pigreco raggiunse finalmente il portone ove il prelato attendeva di essere accolto.

"Buongiorno a voi Padre" salutò Pigreco
"Sono Pigreco Hohenstaufen di Svevia, Principe Sovrano Maestro del Priorato di Sion e cittadino massese" si presentò offrendo la mano destra
"Presumo voi siate Padre Bergoglio poichè mi è stata prospettata una vostra visita... nel caso sono lieto di potervi conoscere personalmente, giacché la vostra fama vi ha preceduto. Spero possiate gradire la nostra ospitalità" concluse lasciando al prete la possibilità di ribattere.

Franciscus stava osservando il panorama circostante quando avvertì dietro di se l'aprirsi di una porta nel grande portone di ingresso del Castello.
Un uomo distinto in statura e postura gli si fece incontro dicendo:
"Buongiorno a voi Padre ... Sono Pigreco Hohenstaufen di Svevia, Principe Sovrano Maestro del Priorato di Sion e cittadino massese"
E mentre parlava gli tendeva la mano destra in segno di grande e fraterna accoglienza. Mentre proseguiva dicendo:
"Presumo voi siate Padre Bergoglio poiché mi è stata prospettata una vostra visita... nel caso sono lieto di potervi conoscere personalmente, giacché la vostra fama vi ha preceduto. Spero possiate gradire la nostra ospitalità"
Quindi attese un suo riscontro.

Franciscus, che nel frattempo si era fatto prossimo al Principe, gli strinse la mano accompagnando il gesto in segno si pace e fratellanza con la mano sinistra sul gomito del braccio stesso, e disse:

"Principe Sovrano Maestro Pigreco, non errate nel Vostro pensare: sono Padre Franciscus.
Vi ringrazio di ricevermi voi stesso di persona onorandomi e ringrazio chi per me vi ha annunziato la mia visita."

Sorrise all'indirizzo del suo intelocutore e ne lasciò la mano e il braccio. Quell'uomo gli sembrò provato da mille vicissitudini ma dalla forza d'animo potente e indomita... Il suo allievo, ALoysius, gli aveva parlato del Principe con profondo ed assoluto rispetto e ancora di più lo aveva fatto il Tribuno di Massa Limes che gli aveva indirizzato l'invito a lì recarsi...

Quindi proseguì:

Principe Pigreco, prego l'Altissimo che le voci che di me circolano, non vengano deluse dalla mia umile e piccola persona innanzi a Voi. Spero di essere all'altezza di cotale fama, aspirando molto semplicemente ad amare e ad essere amato dalla città che la Divina provvidenza e Amore hanno voluto affidare alle mie cure. La Vostra ospitalità, a giudicare dal Vostro benvenuto e dal Castello, per come lo vedo, sarà di certo più che eccellente in confronto al mio piccolo convento appena fuori le mura cittadine o alla piccola Mensa Franciscana Pauperi aperta in città...

E così dicendo sorrise mentre, con il naso per aria, scrutava le alte merlature delle torri del Castello e le forti mura della struttura... Sorrise pensando al diroccato eremitaggio che sperava di riattare per la città e che, nelle sue speranze, avrebbe voluto vedere vibrante e animato da frati e suore e terziari francescani dediti al servizio delle città come Massa...

Ripresosi dal sogno ad occhi aperti e tornando in visione del portone di ingresso e del suo interlocutore, si fece nuovamente serio.

Pigreco ascoltò con attenzione le parole con le quali Padre Bergoglio gli si presentava e lo vide sorridere osservando le mura del castello ma farsi serio dopo pochi istanti.

"Padre, amare è assai ben più difficile dell’essere amati e le vostre intenzioni, oggi manifeste, non arrecano certo torto a ciò che di voi si dice" riprese Pigreco posando il suo sguardo su quello dell’Ospite ed accennado un lieve sorriso
"Codesto castello fortificato" desiderò spiegare, fiero delle sue antiche origini e del lavoro dei propri antenati "appartiene alla mia famiglia che lo fece edificare nel lontano anno Mille; lo ereditai ma, per molto tempo, non ebbi intenzione alcuna utilizzarlo fino a quando decisi che era giunto il momento di ridonar vita ad un glorioso passato... oggi ospita il Priorato di Sion, ordine al quale appartiene la mia stessa persona"

Pigreco invitò Padre Franciscus a procedere accanto a lui in modo che potessero discorrere camminando all’interno delle mura per raggiungere un luogo ove potersi accomodare e, magari, incontrare altri Fratelli.
"Aloysius..." disse il Principe con un sospiro "sapete Padre, ero cconvinto di aver perso mio figlio quando l’Altissimo, nella Sua immensa bontà, mi ha graziato dal dolore più grande che un padre possa provare... non prima di avermi donato codesta terribile esperienza però... e vi sarà certamente un disegno in tutto ciò" affermò facendo una breve pausa durante la quale raccolse alcuni pensieri

"Aloysius è fervente aristotelico, come me del resto... sapete Padre, entrambi abbiamo un trascorso Templare, quando l’Ordine fondato dal mio povero padre, che Aristotele l’abbia in gloria, non era ancora corroso dal decadimento morale che lo ha portato alla totale disfatta. Monaci guerrieri a difesa della Fede..." sussurrò l’ultima frase quasi pensando ad alta voce, con un tono velatamente nostalgico
"oggi mio figlio desidera che la sua iniziazione religiosa avvenga nella cappella dell’Ordine e sarebbe desiderio anche mio poter riconsacrare un luogo da tempo non piú frequentato da ecclesiastici... alle origini del Priorato ricevemmo, nella nostra cappella, la benedizione di Sua Eminenza il Cardinale Giarru che vi celebrò una funzione" raccontò ancora Pigreco mentre ormai avevano raggiunto l’ampia sala ove il Priorato accoglieva i propri Ospiti.

Il Principe Sovrano Maestro invitó Padre Franciscus ad accomodarsi e chiese che venissero portati dell’acqua, del vino rosso e del cibo affinchè all’Ospite non venisse negata la possibilità di rifocillarsi
"In codesta sala saremo tranquilli, Padre Franciscus, potremo discutere e incontrare gli altri Fratelli nell’Ordine... me se desiderate conferire in luogo riservato non avete che da comunicarlo" precisò appoggiandosi allo schienale e ponendosi in ascolto del suo interlocutore.

Franciscus notò l'attenzione con la quale il Principe Pigreco lo osservava e ascoltò con attenzione quello che gli disse, in particolare quello che venne a sapere sul suo allievo Aloysius, nonché figlio del Principe...

Mentre discorrevano erano giunti in una Sala che evidentemente fingeva da ricevimento per tutti coloro che giungevano ed erano ammessi al Castello e lì gli venne dato modo di rifocillarsi un momento mentre il Principe si assicurava se andasse bene continuare a parlare in quel luogo.
Allora Franciscus rispose:
"Principe Pigreco, Vi ringrazio per la Vostra premura e accoglienza ma va benissimo restare in questa sala, tanto più se avremo modo di incontrare anche altri Vostri Cavalieri.
Non ero a conoscenza che Aloysius fosse Vostro figlio, né tantomeno che foste stato in punto di perderlo.
Ringrazio allora l'Altissimo con Voi per questo dono ritrovato di un figlio per Voi e allievo per me.
Mentre ancora stava parlando, alcuni inservienti fecero capolino nella sala portando vivande e bibite, ma sembrava ne stessero portando per un reggimento, o almeno agli occhi di Padre Franciscus.
Prese un bicchiere e indicò dell'acqua che prontamente un inserviente gli versò. Ne bevve alcuni sorsi. Era frasca e gli diede sollievo dalla calura del giorno e poi riprese:
Vorrei conoscere meglio il Vostro Ordine e la Vostra storia perché come ebbi a dire ad Aloysius, per poter provvedere al battesimo nella Vostra Cappella potrebbe essere necessario avere dei permessi che attualmente io non ho e non so ancora bene a chi e in quanto tempo potrebbero venirmi concessi.
In considerazione della presenza in passato in questo Castello di S.E. Giarru, credo che gli invierò una missiva per capire meglio come debbe muovermi e cosa sia il caso di fare...

Ma vi prego, raccontatemi qualcosa di più sul Vostro ordine, sulla Vostra storia. Sono curioso davvero di capire meglio e di più!

E accomodatosi, preso un frutto, ne iniziò a mangiare restando in ascolto del Principe...

Pigreco vide gli inservienti che portarono bevande e cibi, al Priorato l’ospitalità era tenuta in gran considerazione.
"Forse peccherò di vanità, Padre" disse al suo Ospite "ma non riesco a fare a meno di provar soddisfazione nel vedere che le proprietà dell’Ordine ricompensano il duro lavoro con tanta generosità... naturalmente siamo inclini a condividere ciò che abbiamo con chi ha meno fortuna, credo che voi abbiate avuto modo di verificarlo personalmente" continuò accennando un sorriso "del resto alcuna gioia è tale se non viene condivisa con qualcuno, non credete anche voi?".

A questo punto il Principe si accingeva a rispondere alle domande di Padre Franciscus, desideroso di chiarire alcuni punti scarutiti dalla discussione in essere cosí come di soddisfare la curiosità manifestata dal parroco.

"Vedete, Padre" iniziò a dire
"Aloysius fu concepito una notte, dopo una lunga giornata di feroce battaglia contro gli eserciti del Conte Widu... io ero un giovane Cavaliere Templare e mi accingevo a prendere i voti maggiori, cosa che in seguito avvenne" Pigreco avvicinò il bicchiere alle labbra e sorseggiò un poco d’acqua prima di riprendere a parlare
"Come dicevo la giornata trascorse nel sangue e con il costante pericolo di rimanere vittime del nemico, ben preparato alla battaglia... Dio solo sa quante volte la spada infedele ha sfiorato il mio corpo così come la mia ha fatto con il nemico. Molto sangue venne versato da ambo le parti. Non temevo solamente per la mia vita ma, soprattutto, per quella di mia sorella che lottava al mio fianco. Al termine di quella giornata nessuno era più se stesso e, complice anche il vino con il quale riprendemmo forze e coraggio, accadde ciò che portò alla nascita di Alysius" Pigreco si arrestò alcuni istanti per raccogliere le idee e lasciar sedimentare il racconto appena fatto, quindi riprese a parlare
"Ogni cosa mi fu celata, per molto tempo io non seppi nulla e, poco tempo dopo il ritorno dalla guerra professai i voti di giustizia al cospetto di mio padre Panphilo v.Klausen, allora Principe Sovrano Maestro dell’Ordine Templare... addestrai e comandai mio figlio ignorando chi fosse fino a quando la verità fu svelata" spiegò

"Alcuni anni orsono il Priorato di Sion era impegnato nella crociata contro gli eserciti infedeli a Ginevra; militammo alla guida del Cardinale MrGroar e prendemmo, assieme agli altri Crociati, la cittá. Ogni operazione era pianificata dalle Sante Armate e noi partecipammo con l’impegno e la serietà che contraddistinguono ogni Cavaliere e Dama del Priorato di Sion.
Durante quel periodo Aloysius si ammalò e giunse a noi la notizia che l’Altissimo lo aveva chiamato a Sé" Pigreco tacque un istante e rivisse tutte le terribili sensazioni che lo assalirono quando seppe di aver perso il suo unico e amatissimo figlio. Cacciati i cattivi pensieri con un battito delle palpebre riprese il racconto
"Poco tempo fa un gruppo di Cavalieri dell’Ordine recuperò un poveretto nelle foreste e lo portò qui al castello ove venne curato... ebbene, non farete ora fatica a comprendere chi fosse quel poveretto... Aloysius venne rapito durante la malattia e a noi fu comunicata la sua morte; Dopo varie vicissitudini egli venne liberato e del tutto fortuitamente giunse qui. Questo è evidentemente il volere dell’Altissimo" concluse quel racconto.

Padre Bergoglio desiderava conoscere la storia del Priorato e Pigreco desiderava soddisfare codesto interesse, temeva solamente di annoiare il suo interlocutore perchè, probabilmente, avrebbe dovuto parlare per giorni interi; Decise che avrebbe raccontato in sintesi gli avvenimenti più decisive, e quindi ricominciò a parlare

"Il Priorato di Sion fu fondato dopo un lungo viaggio a me indicato da alcune mappe che mio padre nascose in un’anfora con il desiderio testamentario che io l’aprissi solamente quando avessi avuto la certezza matematica dell’ingresso del Senza Nome nel Tempio. Ciò avvenne poco dopo la morte del mio povero padre ed io, individuati sette fedeli Cavalieri, oltre a me e mia sorella Renèe, aprii l’anfora e organizzai quel viaggio che portò, dopo mesi di raccolta di indizi e informazioni, il primo giorno dell’anno 1458, alla fondazione del Priorato.
Ci fu data battaglia ed io, mia sorella e Fratello Limes fummo sottoposti a processo da parte di coloro che tramavano la distruzione del Tempio. Conserviamo un resoconto dettagliato dei processi che affrontammo e potete visionarlo, se lo desiderate.
Decidemmo di perseguire gli alti valori della Cavalleria e della Giustizia, a difesa della dignità umana e della Tradizione, ci impegnamo ancora nella ricerca del Sapere, unica via per la Giustizia" spiegò

"Diedi all’Ordine un’organizzazione gerarchica poco dissimile da quella del Tempio e lo rendemmo totalmente indipendente da qualsiasi potere che non fosse il nostro. Autonomi nel decidere quanto nel sostentamento; Intransigenti con chi non rispetta gli alti ideali dell’Ordine. Chi non ama il Priorato e i suoi Fratelli non viene indotto a rimanervi... " disse con una punta di orgoglio nella voce
"Ricevemmo presto la benedizione di Sua Eminenza il Cardinal Giarru, come vi ho anticipato e certamente egli saprà indicarvi la strada da seguire nel caso fosse possibile celebrare il Sacro Rito Battesimale nella cappella dell’Ordine... a proposito, desiderate visitarla?" chiese Pigreco terminando il suo dire.

"Bene, Padre Franciscus" disse Pigreco quando il parroco ebbe terminato di parlare
"Andiamo in Cappella, risponderò alle vostre domande lungo il percorso e, se siete d’accordo, potremo tornare in questa sala dopo averla visitata" propose.

Le mura circondavano un ampio territorio all’interno del quale vi era la struttura principale del Castello, al cui piano alto erano gli appartamenti del Princpe Svorano Maestro,  alcuni edifici separati destinati a fungere da scuderie, magazzini, laboratori e botteghe artigiane, alcuni spazi coltivati ad orto e, più distaccata la Cappella.

Mentre Pigreco procedeva a passo lento in direzione della Chiesa riprese a parlare, con il desiderio di fornire al parroco di Massa risposte esaurienti alle domande che aveva posto.

"Conosco bene il vostro desiderio, Padre Franciscus, quando fui inviato nelle Venezie dal mio povero padre era mio dovere fondare il Monastero Templare locale e provai, sebbene fossi accompagnato da un discreto numero di Fratelli, il forte desiderio di veder prosperare l’Ordine in quelle terre cosí come era altrove" disse prima di passare agli argomenti che il suo Ospite poneva in discussione.

"Il Priorato di Sion si pone l’obiettivo di tramandare la Tradizione cavalleresca preservandola dal decadimento che, ahimé, purtroppo è da tempo evidente" esordì
"il Cavaliere deve prima di ogni altra cosa essere fedele, giusto, leale. Essendo egli un combattente, e non intendo con questo riferirmi solamente a battaglie fisiche" precisò "occorre che egli possa contare sui propri compagni, che abbia la certezza che nessuno di loro indietreggerà, che non fuggirà nel mezzo di una mischia, non si allontanerà mai, non cambierà bandiera, non passerà a un altro campo. Il primo dovere del cavaliere è quello di mantenere la parola data, se viene meno alla fede che ha giurato egli perde ogni dignità e danneggia più se stesso che l’Ordine che lo ha accolto e amato... dovrà quindi ritirarsi coperto di onta, rifiutato dalla società dei prodi" spiegò il Principe Sovrano Maestro.
"In ogni circostanza, il Cavaliere deve mostrarsi fedele verso tutti gli uomini a cui è legato, per sangue o per giuramento. La cavalleria è una confraternita dove tutti i membri si aiutano a vicenda, strenuamente" sottolineò.

"Il Priorato di Sion, accogliendo nel suo seno Cavalieri dotati di codeste caratteristiche, che definirei piuttosto qualità, si propone di perseguire la Giustizia intesa in tutte le sue molteplici forme.

Viene accolto il pellegrino, sfamato colui che ha fame e dissetato chi ne ha necessità... ogni battaglia giusta è la Causa del Priorato di Sion" disse camminando lentamente rivolgendo, di tanto in tanto, lo sguardo al sentiero che li avrebbe condotti alla loro meta

"Riguardo ai rapporti che il Priorato ha con il Ducato di Modena posso dire che da sempre vige tra l’Ordine e le Autorità ducali un rapporto di estrema amicizia e collaborazione... potrete trovare nella nostra biblioteca un concodato che sancisce tali rapporti, abbiamo lavorato al suo rinnovamento pochi mesi orsono" spiegò ripensando con soddisfazione al proficuo tavolo di discussione con gli Ambasciatori ducali.

"A Massa il Priorato ha offerto più volte il suo contributo in termini di fornitura di derrate allimentari, di supporto logistico, per esempio trasportando la nave del municipio ove richiestoci... saremo pronti a rispondere a eventuali future ulteriori richieste" concluse quando ormai i due erano prossimi alla Cappella del Priorato.

La Chiesa, interamente in pietra, si presenta assai raccolta, vissuta, quasi scavata dai secoli e dalle intemperie; sebbene piuttosto piccola, sembra una Cattedrale in miniatura. Sulla facciata vi è un rosone con scolpito l'emblema della famiglia Hohenstaufen di Svevia, che fece costruire la Cappella secoli prima nel terreno di proprietà.

L’ingresso è sobrio ma alle pareti sono affisse icone, e dipinti. Nei vari ambienti della Cappella si trovano statue di santi.

L’altare è posto a oriente, tra due colonne sormontate da un arco al centro del quale uno scudo contiene al suo interno la croce patente.

Alla sua accettazione a recarsi in Cappella per una visita, il Principe si era alzato dalla sua seduta e lo aveva preceduto per un percorso che costeggiava varie costruzioni del Castello fino ad una piccola ma maestosa costruzione che in misure più ridotte, sembrava in tutto e per tutto una Cattedrale.

Il Principe non lesinò le spiegazioni fornendo una panoramica e indicazioni che animarono il cuore di Franciscus per una forte ammirazione per quell'Ordine. Non volle interrompere il Principe e anzi lo ascoltava con reverenza e attenzione: ogni sua misurata parola manifestava l'amore che lo legava all'Ordine e questo lo rendeva sempre più grande ai suoi umili e piccoli occhi.

Giunti che furono alla Cappella, si fermarono e Franciscus scrutò con attenzione la facciata e il rosone che il Principe gli aveva additato. Non conosceva molto delle realtà cavalleresche, meno ancora delle antiche famiglie nobili, ma fin da bambino suo padre gli aveva parlato e sempre con grande ammirazione dei Cavalieri, poi, d'improvviso, l'argomento divenne tabù e parlarne sembrava essere un offesa... Mai ebbe a capirne il motivo. Ora da alcune parole del Principe, Franciscus ebbe a immaginare qualcosa...
Ovviamente poi, quando si avviò allo studio religioso, i sogni sui cavalieri vennero soppiantati da quelli sui santi, sugli insegnamenti dei Profeti e in ultimo su quelle parole e discorsi che aveva avuto modo di udire da un predicatore francese francescano che lo infervorò e accese di desiderio per quella missione... fu così che il cammino si tracciò...

Si accorse di essersi perso nei suoi pensieri perché il Principe, in silenzio, lo fissava attendendolo a un paio di passi avanti verso l'ingresso della Cappella. Allora disse:

"Principe scusatemi, ma le vostre parole hanno eco profonda in me, suscitano ricordi giovanili che popolavano le mie infantili ed adolescenti fantasie... Racconti di cavalieri che mio padre mi narrava ma che poi sono stati improvvisamente taciuti e banditi dai discorsi. Comprendo attraverso le vostre parole che evidentemente la delusione certa Cavalleria deve, allora a quei giorni, aver segnato in qualche modo anche la vita di mio padre, ma le motivazioni sono ormai sepolte con lui... Ed io ormai lontano viaggiavo da quei sogni, per altro cammino... Ma aver incontrato Vostro figlio, mi ha catapultato in qualcosa che evidentemente mi ha segnato e profondamente...
Concordo di fatto con voi sui valori di cavallierato e devo dire che se alcuni di questi valori fossero applicati anche negli ordini religiosi e nella Chiesa Aristotelica, forse le cose sarebbero migliori...

Ma ora vi prego, perdonatemi... Mostratemi, fatemi strada in questo tempio... quando poi avremo terminato la visita mi farà piacere, se il tempo ve lo permetterà continuare a discorrere con voi e magari passerò anche in visita alla vostra biblioteca... Credo che alcune informazioni mi saranno utili in qualità di consigliere cittadino! Quale religioso non è detto che si debba solo parlare di teologia, ma anche di ogni principio e valore che possa rendere sempre più perfetta la nostra vita e soprattutto permettere la migliore realizzazione della volontà dell'Altissimo..."

Quindi si avvicinò al Principe pronto a seguirlo nella visita.

Pigreco videPadre Franciscus assorto nei suoi pensieri e per un istante pensò che alcune sue parole potevano averlo turbato. Ogni dubbio si dissolse quando il Parroco parlò lasciandogli alcune curiosità e proponendo alcuni punti di discussione interessanti che il Principe si sarebbe riservato di far riemergere dopo la visita alla Cappella.

"Sarò lieto di proseguire questa discussione con voi, Padre, e fare in modo che alcun dubbio rimanga insoluto" disse
"Ma ora entriamo e suggelliamo codesto incontro invocando la benedizione dell’Altissimo. Sono onorato di pregare insieme a voi" concluse offrendo l’ingresso alla Cappella al suo Ospite distendendo il braccio destro in direzione del portone aperto e portando la mano sinistra al cuore.