Girando girando...

Ospite

Aveva abbandonato la sua accogliente dimora da due giorni, era andata alla ricerca di un po’ di tranquillità e serenità fuori dalle porte della sua città. Cercava la spinta giusta per fare quello che ormai da molti mesi desiderava fare. Lei doveva parlare con una persona, doveva trovarla ed esprimere liberamente tutti i pensieri, i dubbi e i ricordi che affollavano la sua mente.

Era l’alba ormai, Thalatta aveva ripreso il cammino da poche ore, il cielo stava riprendendo i suoi colori, l’azzurro aveva ormai sostituito il blu, intenso scuro e profondo della notte. Poteva finalmente vedere la natura e il paesaggio che la circondava… colline verdi, alberi, fiori colorati, castelli….
Castelli... un castello??? Pensò Thalatta sgranando gli occhi stupefatta
Ma dove sono finita? Non credevo di aver camminato così tanto…

Si avvicinò, quindi, per chiedere informazioni ad un pastore.
Buon uomo, mi scusi il disturbo… Potrei sapere chi vive in quel castello?
Madama, quello è il castello del Priorato di Sion, ne avrete sicuramente sentito parlare.
Si, grazie, conosco il Priorato. È quello che cercavo, grazie ancora! E sorridendogli si allontanò...
Ora cosa doveva fare? Era stanca e affamata, avrebbe volentieri preso una buona tisana ed un buon dolce. Spinta dalla fame e dalla sete, o più sinceramente dalla voglia di riabbracciare vecchi amici, si incamminò verso il castello, nella speranza di ricevere udienza...

Ospite

Il pastore era solito portare il suo gregge al pascolo in quella zona, il Principe Maestro del Priorato di Sion gli aveva accordato il permesso quando alcuni mesi prima si era recato da lui per domandare… prima dell’arrivo di quei Cavalieri la Fortezza era disabitata; proprietà di un discendente degli Hohenstaufen di Svevia, quello che oggi era il Maestro del Priorato di Sion, era tornata a splendere con il loro insediamento.
Molti contadini ed allevatori di bestiame erano stati assunti per lo sfruttamento agricolo dei terreni di proprietà del Priorato, mentre ad altri era stato concesso di utilizzare le ampie radure per il pascolo.

Il pastore era solito donare al Maestro, ogni anno, un po’ del formaggio prodotto…

Quel giorno una graziosa fanciulla si dirigeva in direzione del Castello e, meravigliata, gli chiese informazioni… chi era quella giovine donna? Molti viandanti, semplici contadini o nobili dei regni si recavano spesso in visita ai Cavalieri, ma quella ragazza…
“Oh Signore Altissimo, quanto è graziosa! E che portamento aggraziato! Non è certo per me, povero ed ignorante conduttore di bestiame…” pensò il pastore fornendo le informazioni che ella chiedeva.

“Troverete le guardie ai cancelli, madonna, ma dubito che vi impediranno l’ingresso. Comunque fate attenzione. Buona fortuna, madonna…”

Quindi tornò a badare al suo gregge, masticando un filo d'erba.

Ospite

Pian piano il castello si avvicinava sempre più e il cuore di Thalatta accelerava il suo battito...
Perchè mai questa palpitazione? Sono certa che il mio arrivo riempirà di gioia qualche vecchio conoscente e amico. In molti lì dentro non mi conoscono, non sanno chi sono, altri sanno bene chi sono e...
Mentre la sua mente vagava in ragionamenti superflui udì:
Alt, dove crede di andare Madama?
Alzò subito la testa e si ritrovò sul ponte del castello... Arrossì in viso e sorridendo imbarazzata disse:
Mi scusi guardia, ero immersa nei miei pensieri e non mi ero resa conto di esser già arrivata al suo cospetto. Mi presento sono Madama Thalatta
e la guardia stizzita:
Come posso esserle utile Madama?
Vorrei parlare con il Principe Sovrano Maestro Pigreco o con il Gran Siniscalco Renee85, o con chiunque possa ricevermi. Rispose con gentilezza e sorridendo Thalatta.
L'uomo annuì ed entrò nel castello per annunciare la visita di Thalatta.

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«Chiedo scusa Vostra Eccellenza» Esordì la guardia fermando Alice, che si trovava a vagabondare da quelle parti, interrompendo il flusso come al solito caotico e sperduto dei suoi pensieri «Sapete per caso dirmi dove posso trovare il Principe Sovrano Maestro, so che è molto impegnato in questi giorni, ma alla porta si è presentata un'ospite che chiede di lui.»

«E' vero.» confermò la ragazza con voce gentile, per nulla infastidita. «I lavori al Priorato procedono a ritmo serrato ultimamente, tra ambasciatori in visita e nuovi progetti Pigreco non ha un attimo di tempo.»
Riflettè per un attimo. Pensare ad altro la aiutava a concentrarsi, e in quel momento ne aveva appunto bisogno.
«Posso accompagnare io l'ospite, sono certa che cercando con pazienza riusciremo a trovare il Gran Maestro, ma prima è necessario capire di chi si tratta, per stabilire se è opportuno disturbare il Principe.» Si offrì Alice.

«La dama all'ingresso si è presentata come Madama Thalatta» spiegò la guardia, alla quale un nome piuttosto che un altro non faceva alcuna differenza.

Alice, tuttavia, corrugò le sopracciglia. A lei qualcosa diceva.
«Me ne occupo io.» Disse sbrigativamente, lasciando la guardia lì dov'era con un atteggiamento che sarebbe potuto facilmente passare per maleducazione se non fosse che tutti ormai la conoscevano sufficientemente bene.

Durante il breve tragitto che la separava dalla stanza delle guardie poste a difesa del barbacane, dove presumeva che la ragazza attendesse, riflettè su ciò che riusciva a riportare alla memoria, sui ricordi rievocati da quel nome.
Non riuscì a scrollarsi di dosso un vago senso di colpa, il sentore di opportunità perdute, scelte errate di cui non sarebbe mai riuscita a fare ammenda con sè stessa.

L'agitazione crebbe progressivamente fino a che non girò la maniglia della pesante porta di quercia, e fu proprio quello il momento in cui limpida le apparve la decisione migliore. Al diavolo la sua vita passata, pensarci non avrebbe cambiato le cose, tanto valeva concentrarsi sul riscattarsi nel presente.
Da quando si era unita al Priorato di Sion era diventata una persona assai diversa da quella che era stata un tempo.

Il cuore le batteva a ritmo fastidiosamente accelerato, ma lo ignorò.

«Benvenuta Madama Thalatta.» La accolse con un radioso sorriso che esprimeva sincera cordialità. «Mi dispiace dovervi informare del fatto che il Principe Sovrano Maestro Pigreco è attualmente impegnato e non è potuto venire ad accogliervi personalmente, ma se vorrete seguirmi sono certa che insieme riusciremo a trovarlo e sarà senza dubbio lieto di vedervi.» Con un cenno la invitò a lasciare lo stanzino delle guardie per incamminarsi verso l'interno del castello.

Si rese conto di non essersi presentata e questo accrebbe il suo disagio, che si augurava di essere riuscita a celare sufficientemente.
Non lo aveva fatto per maleducazione, ma per timore.
Tuttavia non poteva tacere per sempre.

«Io sono il Magister Iuris del Priorato di Sion, Cavaliere di Gran Croce e tutto il resto, ma mi trovo più a mio agio ad essere chiamata semplicemente Alice. Forse vi ricordate di me.» Disse con voce incerta, continuando a farle strada.

In quei giorni Renèe non faceva che cercare spazi sicuri, lontani da occhi indiscreti, per rifugiarvisi. Aveva bisogno di solitudine e tranquillità per riflettere su un’importante questione che le procurava estrema agitazione ma che ancora non era pronta ad affrontare. Questo la rendeva schiva ed insofferente alla compagnia altrui. Per quella mattina, la sua scelta era ricaduta su un angolo del vasto giardino di proprietà del Priorato, aveva steso un piccolo panno sull’erba e vi si era seduta, poggiando la schiena contro il fusto di un imponente salice, dando così le spalle al Castello.

Con lo sguardo perso nel vuoto dinnanzi a sé, i suoi pensieri stavano volando lontano, tanto da non rendersi conto che alcuni passi stavano calpestando erba in prossimità del suo nascondiglio. Non udì nemmeno la voce che prima timidamente, poi con decisione, la stava chiamando per destarla dalle sue riflessioni.

<<Gran Siniscalco>> Esclamò con sollievo nella voce l’Apprendista ansioso di attenzione. Renèe si era appena resa conto della sua presenza, volgendo lo sguardo verso di lui.

<<Come?>> Esordì disorientata, temendo di essersi persa parole importanti con la sua distrazione. Notò una leggera espressione di sconforto sul viso del giovane, evidentemente era proprio così, si era già pronunciato credendo di essere ascoltato.

<<Vi chiedo scusa..>> Disse ancora la giovane donna, interrogandosi su come egli avesse fatto a trovarla in quel posto ma evidentemente non era passata poi tanto inosservata come aveva sperato. Si alzò da terra appoggiandosi alla corteccia per sollevarsi e quando fu in piedi, si pulì le mani strofinandole l’una contro l’altra. <<Potete ripetere, cortesemente?>> Chiese rammaricata, prestandogli completa attenzione.

<<Una Dama alle porte del Castello, Gran Siniscalco, ha richiesto la Vostra presenza o quella del Principe Sovrano Maestro>> Spiegò nuovamente il giovane.

<<Ah>> Esclamò Renèe curiosa. <<Sapete dirmi il suo nome?>> Chiese poi.

<<Madama Thalatta, ha detto di chiamarsi così>>

<<Ah>> Esclamò nuovamente la giovane. Questa volta, però, molto sorpresa. Un sorriso le si disegnò sulle labbra. Thalatta, una cara e vecchia amica che da tempo immane non vedeva, quanti ricordi in quel di Pistoia ed al Tempio.

Ringraziò brevemente l’Apprendista e si diresse verso l’interno del Castello, imboccando il corridoio che l’avrebbe condotta verso la Sala dei Ricevimenti. Non ci volle molto affinché si perdesse nuovamente nei suoi pensieri. Si trattava di una visita tanto inaspettata quanto piacevole quella, chissà quale motivo l’aveva condotta al Priorato quel giorno. Subito riaffiorò l’enorme dispiacere che aveva provato quando le loro strade si erano tristemente separate tempo prima, ognuno aveva compiuto le proprie scelte di vita ma ciò non aveva mai cancellato il sincero affetto che Renèe provava verso l’amica che a breve avrebbe rivisto. Tanti i ricordi che si susseguirono nella sua testa, ricordi che la distesero e le fecero dimenticare per un po’ le sue preoccupazioni.

Percorreva automaticamente passo dopo passo i lungo corridoi, senza vedere realmente davanti a sé, persa nelle vivide immagini che le si stavano presentando davanti agli occhi. Poi sbatté contro qualcosa che ben presto si rese conto essere qualcuno. Sobbalzò.

<<Alice>> Esclamò riconoscendo l'amica bionda che aveva appena urtato. Quel giorno era davvero imperdonabilmente distratta. <<Scusami, io..>> Iniziò, perdendo le parole non appena ebbe notato l’altra figura che l’accompagnava. <<Thal..>> Sussurrò. Il suo sorriso si fece più largo ed il viso le si illuminò. <<Thal!>> Disse di nuovo, con entusiasmo. Poi abbracciò l’amica, presa da un’insolita euforia.

Ospite

Thalatta era assorta nell'ammirare il panorama da una delle finestre che davano sul cortile interno del castello, erano passati pochi minuti da quando la guardia l'aveva lasciata per cercare qualcuno a cui annunciarla, quando sentì la porta aprirsi, si voltò di scatto e vide entrare una donna, in lontananza e in controluce potè notare solo il colore dei capelli, un biondo solare e lucente...
Di sicuro non sarà Renee pensò lei
Avvicinandosi sorridendo la donna le diede il benvenuto, annunciandole che il Principe Sovrano Maestro non poteva accoglierla subito, ma che lo avrebbe sicuramente fatto il prima possibile. Thalatta, mentre la Dama parlava, l'osservava, l'aveva già vista, il suo viso le era famigliare, sperava di ricevere da lei un suggerimento, uno spunto per poter ricordare dove e come si erano conosciute...
Grazie Madama per esser venuta voi ad accogliermi, è un onore ed un piacere esser qui in visita.
Si misero quindi in camino verso le altre stanze del castello quando la donna si presentò:
Io sono il Magister Iuris del Priorato di Sion, Cavaliere di Gran Croce e tutto il resto, ma mi trovo più a mio agio ad essere chiamata semplicemente Alice. Forse vi ricordate di me.
Si, adesso che ho potuto associare precisamente il suo volto ad un nome ricordo dove l'ho conosciuta. Si tratta di molto tempo fa, frequentavamo la stessa taverna e vivevamo nella stessa città... Rispose Thalatta con aria rapita da vecchi ricordi... sembrava come assente nel rispondere alla Madama, ma non lo faceva per maleducazione ma rievocava con la mente quei momenti per cercare di afferrare un particolare in più, che rendesse il dialogo fra le due donne più colloquiale... Ma il suo sguardo non era più rivolto verso la Dama, era catturato dai ricordi e distratto da tutto il resto, quando udì una voce, a lei molto famigliare, chiamare la Dama Alice. Mise subito a fuoco lo sguardo e riconobbe alle spalle della Dama il Gran Siniscalco Renee!
Le si illuminò il viso, gli occhi le brillarono e la bocca sorrise commossa... senza badare troppo alle cerimonie ed ai convenevoli abbracciò la Dama...
Thal
Renee gridarono le due donne...
Non si vedevano da mesi, o forse da un anno, si erano allontanate in un momento difficile per entrambe senza grandi chiarimenti, eppure a vederle ora sembrava che non fosse passato molto tempo dall'ultima volta che si erano incontrate...
Renee, scusami per l'intrusione, per l'entusiasmo e l'euforia... Vagando fuori le mura della città mi sono imbattuta, a mio grande stupore, nel vostro castello. Spinta, allora, dalla voglia di rincontrarvi e di parlare con tuo fratello mi sono permessa di bussare. Ma non volevo scomodare tutti voi o disturbarvi. Affermò Thalatta al termine del lungo abbraccio...

Nell’udire le parole di Thalatta, Renèe sorrise e scosse il capo. <<Non c’è nulla di cui tu debba scusarti, mi fa davvero piacere che tu sia qui>> Le disse per rassicurarla una volta che ebbero sciolto l’abbraccio. <<E non hai disturbato nessuno>> Si affrettò ad aggiungere, lanciando uno sguardo complice ad Alice.

<<Ma dimmi di te, come stai? Tutto bene a Verona? Quanto tempo è passato, ci son così tante cose da dire..>> Riprese a parlare Renèe mentre tutte e tre avevano ripreso il cammino dirette verso una meta a lei ancora sconosciuta. Era trascorsa un’infinità dall’ultima volta che si erano viste, eppure le parve tutto come se si fossero salutate appena il giorno prima, nella solita taverna pistoiese in cui spesso si incontravano per chiacchierare e scherzare insieme agli amici di sempre.

Renèe voltò poi di scatto la testa verso l’amica bionda, come se si fosse improvvisamente ricordata di qualcosa d’importante. <<Che sbadata>> Esclamò. <<Alice, qualcuno ha chiesto di far preparare una stanza per la nostra ospite e qualcosa da mangiare? Sai Thal, mi farebbe davvero piacere se ti trattenessi per qualche giorno qui al Priorato, sono certa che anche Pigreco lo vorrebbe>> Proseguì in un fiume di parole a lei insolito, ma era realmente felice per quell’inaspettata visita. <<Ah, a proposito>> Disse fermando il passo di colpo, <<ma dov’è mio fratello?>> Chiese poi, rendendosi conto che probabilmente lui ancora non sapeva nulla.

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Ettorre era appena uscito dal salone degli arazzi blu, diretto alla mensa, quando nella penombra vide in lontananza delle persone imboccare il corridoio. Si voltò e notò che gli inservienti stavano spostando a mano delle ramazze e degli stracci e già si erano quasi dileguati nell'altra stanza. Soddisfatto del silenzio che era di nuovo calato in quell'area del castello, si scrollò della polvere dal gilet e proseguì il suo cammino.

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Era stata accolta con gioia Thalatta da quelle Dame, le parole di Renee le avevano riempito il cuore di gioia... Malgrado il tempo e la distanza il rapporto fra le due donne sembrava intatto, come se tutto si fosse bloccato nonostante il passare del tempo.
Io sto bene, anche se gli ultimi giorni di cammino sembrano aver indebolito il mio fisico... Disse la donna portandosi una mano alla testa come se un dolore lieve la affliggesse. Vivo sola ormai da un pò, mando avanti la panetteria con tranquillità e spesso mi dedico al mio benessere spirituale, con intensi e purificanti ritiri. Iniziarono a parlare e ad incamminarsi le tre donne. Renee, allora, si preoccupò di far preparare una stanza all'amica, proponendole di restare con loro al Priorato per qualche giorno...
No Renee, non c'è bisogno, se posso mi rimetto in cammino oggi stesso, anche se in tarda serata. Non ho lasciato nessuno in panetteria e non ho avvertito della mia assenza. Disse Thalatta poggiando una mano sulla spalla della donna in segno di gratitudine. Accetto però volentieri qualcosa da mangiare, non vorrei sembrarvi sfacciata ma è che spero di recuperare un pò le forze mangiando qualcosa. E contenta come non mai, proseguì con le due Dame a chiacchierare e a camminare...

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«Gli ospiti sono sacri al Priorato» Spiegò Alice, annuendo alle parole del Gran Siniscalco.
«In effetti nessuno è ancora stato informato della visita, ma me ne occuperò subito, perdonate la mia distrazione» si scusò, allontanandosi di un passo per congedarsi.

Prima di voltarsi le venne in mente un'altra cosa.
«Avevo intenzione di cercare Pigreco nelle sale di ricevimento dedicate agli ambasciatori» aggiunse, maledicendosi mentalmente per non aver detto "il Principe Sovrano Maestro Pigreco", che stupida! «Mi pare di aver capito che fosse diretto là per sistemare alcuni dettagli.» Suggerì.

Fece un ulteriore passo indietro, ma mentre stava cominciando a voltarsi cambiò idea e tornò a rivolgersi alle due ragazze, aggiungendo: «Sarà mia cura farvi trovare in sala ricevimenti una tavola imbandita come si conviene entro mezz'ora al massimo.» Puntualizzò in tono solenne e formale, con la schiena rigida e le braccia attaccate ai fianchi. Si sentì vagamente sciocca, ma era troppo tesa per farci caso.

Attese ancora qualche secondo, come per attendere l'ulteriore dettaglio che le fosse sfuggito dalla memoria, ma stavolta aveva veramente detto tutto, perciò se ne stette lì impalata a fare la figura della sciocca, maledicendosi ancora una volta.
«Vado a preparare tutto, dunque.» Concluse banalmente, incapace di tirare fuori qualcosa di meglio benchè si rendesse conto che le sue parole erano del tutto inutili.
«Vi auguro buona giornata» disse alle due ragazze, con un sorriso di limpida gentilezza offuscato dall'imbarazzo per la serie di figuracce inanellate nel giro di pochi istanti.
Infine fece per allontanarsi, tesa e insoddisfatta di sè, per dedicarsi al compito che si era assunto, sperando che un lavoro materiale l'aiutasse a ritrovare la tranquillità sfuggitale.

Il Principe Sovrano Maestro era, in quei giorni, impegnato in importanti discussioni presso le Sale dell’Ambasciata. Fu durante una pausa che, uscendo dai locali riservati alla sua persona, incontrò lo Scudiero che l’informò di una visita per lui…

Pigreco scese nella Sala di Ricevimento quando sentì la sua voce… la riconobbe subito nell’insieme di molte altre e percepì assai chiaramente l’aumento dei battiti del suo cuore. A poche altre cose Pigreco teneva come all’amicizia.
Aggiustò il bavero dell’Uniforme e si diresse, con passo deciso, in direzione di quella voce.

All’ingresso della sala notò il Magister Iuris che si stava allontanando e con un gesto della mano lo fermò.
“Sorella Alice, desidero presentarti una cara amica… la memoria, su quella voce, non m’inganna e si tratta certamente di una persona con la quale ho condiviso momenti assai importanti della mia misera vita”.
Prese delicatamente il braccio di Alyx e la invitò a seguirlo.

Sbirciando brevemente dalla porta aperta vide Renèe nella sala, e sapeva che anche per lei quella visita era gradita poiché spesso si erano ritrovati a parlare dell’amica e compagna di tante avventure.

“Thalina!” esclamò attraversando l’ingresso, e subito si fermò allargando le braccia per accoglierla come un padre, un fratello maggiore, farebbe con il caro parente. Sul suo volto si dipinse immediatamente un’espressione di gioia.
Non avrebbe mai sperato di poter rivedere il suo viso, soprattutto non al Castello…

Ospite

Alice era appena uscita dalla camera, doveva preoccuparsi di far preparare un pasto e di avvertire il Principe Sovrano Maestro. Thalatta quindi continuava a parlare allegramente con Renee, era passata ormai a far lei le domande all'amica... Come stai? Che mi dici di bello? Robin, il matrimonio, come vanno le cose? queste erano alcune delle domande che lei poneva alla Dama. Proprio mentre Renee aveva iniziato a rispondere all'interrogatorio fattole da Thalatta si udì
Thalina
Non poteva confondersi, una sola persona la chiamava in quel modo, a solo una persona lei permetteva di chiamarla con quel nomignolo delicato ma un pò fastidioso. Aveva sentito tante volte quella voce pronunciare il suo nome fra i corridoi del Tempio e quasi sempre per preannunciare un rimprovero. Si voltò di scatto, interruppe la conversazione con l'amica e andò incontro alla persona che con voce emozionata aveva pronunciato quella parola... Senza badare troppo alle formalità, accettò l'abbraccio che le si stava proponendo, si avvicinò e si fece abbracciare da Pigreco. Cosa ho fatto questa volta? Di solito quando mi chiami Thalina è per rimproverarmi Esclamò Thalatta al termine del dolce abbraccio, nel frattempo lo guardò, chinò il capo verso la spalla sinistra e gli sorrise...Lo so, lo so... non ti aspettavi una mia visita, neanche io credevo mai di trovare la forza di venir fin qui... ma sai bene che molto spesso mi lascio guidare dal mio istinto e dalle situazioni che il fato ti propone di vivere. Questa mattina mi sono ritrovata nei paraggi di questo splendido castello ed ho interpretato questa casualità, se così la vogliamo chiamare, come un segno chiaro, dovevo venire qui. Ed eccomi qui davanti a te, a Renee e ad Alice... Era così, Thalatta, se trovava le parole e lo stimolo giusto diventava come un fiume in piena ed inondava di parole, domande e concetti chi le stava difronte e così stava facendo con loro...

Renèe vide Alice iniziare ad allontanarsi da loro e non ebbe il tempo di dirle nulla che Thalatta cominciò, con entusiasmo, a riempirla di domande.
In un primo momento le sorrise. <<Sto bene>> Rispose un pò incerta, ma non appena sentì nominare suo marito ed il matrimonio, sentì i battiti del suo cuore accelerare eccessivamente, sintomo che le bastava davvero poco per farle tornare l'ansia che alcuni istanti prima aveva accantonato per accogliere l'amica. Era in procinto di aprir nuovamente bocca per rispondere alle ulteriori domande quando si udì l'inconfondibile voce di suo fratello che chiamava la donna con uno dei soliti nomi buffi con cui era solito riferirsi affettuosamente a lei.
Si voltarono entrambe di scatto in direzione del suono udito, poi Renèe vide Pigreco allargare le braccia e Thalatta abbracciarlo calorosamente. Rimase così in disparte per lasciar loro un pò d'intimità e si limitò a sorridere contenta, mentre il fratello e l'amica cominciarono a chiacchierare come ai vecchi tempi.

"Effettivamente la tua visita mi ha stupito" disse Pigreco rivolgendosi alla Sorella di un tempo ormai remoto "anche se debbo dirti che sono molto lieto di vedere che non mi hai dimenticato...".

Parlando, Pigreco riportò alla memoria alcuni episodi che lo avevano fatto soffrire, in particolare la grave malattia che lo indusse a dividere i suoi averi con la sorella, Thalina e un'altra vecchia amica oggi afflitta dallo stesso male che, grazie all'Altissimo, aveva risparmiato il Principe Sovrano Maestro.

Non poteva fare a meno di osservare il suo sorriso. Non era cambiato.

"Sarei felice se tu volessi trascorrere un po' del tuo tempo al Castello" riprese invitandola a visitare la fortezza ed accingendosi a raccontarle la storia che lo aveva portato fino a quel luogo, dieci mesi prima, assieme alla sorella e ad altri 7 Cavalieri, molti dei quali erano all'amica ben conosciuti "ma magari desideri raccontarmi tu le vicende che hai affrontato in tutto questo tempo..."

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Thalatta era contenta, il sorriso ritornava a splendere sul suo volto come non accadeva da mesi... Aveva ritrovato vecchi amici, persone con le quali aveva condiviso gioie, dolori, sogni e guerre. Percepiva nell'aria serenità, capiva che il suo arrivo non aveva creato fastidi, che a qualcuno aveva fatto piacere rivederla o conoscerla.
Quando Pigreco l'invitò a restare al Castello, esortandola poi a raccontargli cosa le era accaduto in tutti quei mesi, ella dapprima diventò rossa in viso, probabilmente per quell'invito propostole già da Renee, ma subito dopo il rossore sbiadì velocemente tanto da farla risultare agli occhi di chi la osservava pallida e spenta.Nessuno fece in tempo a domandarle cosa le stava accadendo che la videro perdere i sensi sul pavimento.
Si accasciò per terra improvvisamente, tanto che Pigreco, che le stava vicino, non fece in tempo ad afferrarla, non riuscì a trattenerla.

Renèe osservò la scena come a rallentatore, vide l'amica di vecchia data cadere improvvisamente al suolo dopo aver vacillato alcuni istanti, troppo brevi perchè qualcuno dei presenti se ne rendesse conto in tempo per impedirle di precipitare.

Sgranò gli occhi allarmata ed accorse immediatamente accanto a Thalatta, inginocchiandosi al suo fianco. Sollevò il capo verso il fratello, anche lui colto alla sprovvista e poi verso Alice, rimasta arretrata di pochi passi.

«Aiutiamola!» Esclamò Renèe non sapendo da dove cominciare, temendo di combinare qualche guaio con la sua inesperienza. In quel momento maledisse di non esser ancora riuscita ad intraprendere gli studi di medicina, quindi, con lo sguardo, esortò all'azione l'amica bionda, decisamente più preparata di lei in materia. Sperò che Alice sapesse cosa fare.

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La ragazza stava già frugando nelle proprie tasche, alla ricerca di ciò che le serviva.
Diede un paio di ordini a una guardia, che sparì di corsa.
Mentre l'attendevano, si fece aiutare dagli amici a stendere la giovane caduta su uno dei divani presenti nella sala, osservandole gli occhi alla ricerca di emorragie che avrebbero potuto presentarsi a seguito della caduta.
Quando la guardia tornò con un piccolo contenitore pieno di liquido dall'odore acre, Alice infilò la mano in uno dei sacchetti che portava nella tasca di cuoio appesa alla cintura, estraendo un pizzico di granelli color perla che gettò nel recipiente.

Un puzzo disgustoso si sprigionò all'istante, colpendo tutti alla sprovvista e suscitando espressioni di disgusto.
«Si dice che quando la mente si allontana dal corpo l'unico modo per riunirla ad esso sia un'odore tanto disgustoso da ridestare i sensi materiali di quest'ultimo, in modo da impedire alla coscienza di fuggire, cosa che potrebbe fare solo quando il corpo è addormentato. I sali che ho usato aggiungono il tocco necessario all'aroma già forte dell'aceto.» Spiegò.
«Re, tu vedi conseguenze dovute alla caduta?» Chiese anche a lei mentre aspettavano che Thalatta rinvenisse, sapendo che l'amica studiava medicina al pari suo e reputando che due paia d'occhi fossero meglio di uno solo.

Era risaputo, in famiglia, che Renèe sotto la pressione di dover agire con urgenza, si faceva tendenzialmente prendere dall'ansia.
Aveva osservato con attenzione Alice agire con decisione, sollevata nel constatare che sapesse esattamente cosa fare, ma nel momento in cui si sentì chiamata in causa con quella domanda, sussultò.

Titubante, cominciò ad osservare Thalatta ancora priva di sensi, soffermandosi maggiorente a controllare che la sua testa, nella caduta, non avesse subito alcun danno. Non vi erano infatti ferite visibili e questo la sollevò, come escludere, però, che non ve ne fossero di interne? Cercò di far mente locale sui manuali di medicina letti in biblioteca per diletto, proprio in compagnia dell'amica bionda. Quei tomi, però, non erano tornati utili nemmeno a lei a Bourg, costringendola a recarsi necessariamente da un cerusico, la sua inesperienza era evidente e non voleva azzardarsi a dire qualcosa di sbagliato, visto che questa volta in ballo c'era la salute di Thal.

Sospirò.

«Io.. no, non ne vedo, di visibili per lo meno..» Affermò in risposta alla domanda che le era stata fatta poco prima. «Tu ne vedi? Cosa può esserle successo? Credi si riprenderà?» Domandò a sua volta, a raffica, agitata.

Pigreco vide l’amica impallidire dopo che un fugace ma intenso rossore attraversò il suo viso, quindi accasciarsi al suolo come un sacco di farina colpito da un colpo di spada, era solito esercitarsi in quel modo da giovane…
Non ebbe il tempo di allungare le braccia per sostenere Thalatta ma vide Renèe ed Alice adoperarsi velocemente per soccorrerla, quindi decise di rimanere ad osservare gli eventi.

Vide Alice portare i suoi intrugli sotto il naso dell’amica ma la sua mente già elaborava diagnosi e rimedi… istantaneamente, come d’istinto, portò la mano al ventre di Thalatta facendo una lieve pressione, consapevole del fatto che non sarebbe mai stato in grado di trarre alcuna informazione da quel gesto
“Possibile che sia in arrivo un Thalino?” pensò tra sé sorridendo per nulla preoccupato, quindi si rivolse a Renèe e ad Alice, consapevole dei loro studi medici, dicendo “ritenete che Thalatta possa trarre beneficio dall’immersione nello sterco? Il povero Aloysius, che l’Altissimo l’abbia in gloria, si riebbe in seguito a quel miracoloso rimedio!” quindi attese che loro si esprimessero in merito, pronto ad ordinare che tutto venisse predisposto per la cura proposta.

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"...Si dice che quando la mente si allontana dal corpo l'unico modo per riunirla ad esso sia un'odore…Re, tu vedi conseguenze dovute alla caduta?"
"…cosa può esserle successo? Credi si riprenderà?"
"…si riebbe in seguito a quel miracoloso rimedio!"
Queste ed altre frasi recepiva Thalatta, pian piano quell’intruglio la stava facendo rinvenire.

"Cos’è quest’odore ripugnante? Chi parla, cosa mi è successo?…" Pensava la poverina nell'aprire lentamente i due occhioni, nel frattempo che tutti in quella stanza si preoccupavano per lei.
Vide le due donne che la studiavano, dapprima non riconobbe Alice ma quando vide Renee capì dov’era,ma non cosa le fosse successo. Che ci faceva su quel divano e perché le due donne e Pigreco avevano la faccia preoccupata?

"Che succede?" disse allora la donna...

Renèe notò il gesto di suo fratello che portò la mano al ventre della donna, si sorprese chiedendosi il motivo di una tale azione. Un dubbio l'assalì. "Vuoi vedere che.." Pensò, ma subito la voce di Pigreco la distolse.

«ritenete che Thalatta possa trarre beneficio dall’immersione nello sterco? Il povero Aloysius, che l’Altissimo l’abbia in gloria, si riebbe in seguito a quel miracoloso rimedio!» Chiese loro.
Renèe a quel punto lo guardò di sbieco, corrucciando lo sguardo, era certa che stesse dicendo sul serio proponendo quel rimedio. Dopo tutto, non era la prima volta che lo faceva.

«Certo che hai la fissazione per lo sterco tu, io non credo..» Iniziò a ribattere Renèe fra il serio ed il divertito, ma non ebbe nemmeno il tempo di concludere il suo pensiero che vide Thalatta riprendere pian piano i sensi. Trasse allora un sospiro di sollievo ed attese che si fosse riavuta del tutto. Le parve disorientata, ma era normale dopo quanto accadutole.

«Che succede?» Chiese loro la donna.

«Sei svenuta Thal.. Come ti senti?» Rispose Renèe, poi rimase in attesa di una sua reazione, magari avrebbe potuto ella stessa togliere loro i dubbi sul suo stato di salute.

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«Hai appena evitato un bagno di sterco!» Le disse Alice sorridendo rassicurante mentre l'aiutava a mettersi seduta.

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Erano tutti intorno a Thalatta...Quando aprì gli occhi e domandò cosa le fosse successo Renee le spiegò che si era accasciata a terra, era svenuta. Sempre più confusa allora si sedette sul divano, sembrava debole e senza forze e Alice l'aiutò nel sedersi.
Hai appena evitato un bagno di sterco! disse quest'ultima.
Thalatta allora arriciò in naso e il suo volto sembrò ritornar pallido e nauseato, forse per l'associazione dell'odore dello sterco con quella dell'odore che l'aveva fatta rivenire, e senza avere il minimo dubbio guardò Pigreco, come se sapesse che quella strana procedura terapeutica fosse stata proposta da lui.
Sto bene... disse rivolgendosi alle due donne ... sarà colpa del lungo viaggio affrontato se sono svenuta. Mi sento bene, davvero.
Mentre diceva questo, lentamente la sua mano andò a posizionarsi sulla fronte per poi passare all'addome. Non stava del tutto bene e si vedeva...
Ho solo un forte mal di testa, sento che le forze stanno ritornando ma non credo di riuscire a ritornare a casa.
Sospirò, si fermo un attimo a prender fiato e continuò:
Mi sa che dovrò approfittare della vostra ospitalità, non voglio creare disturbo ma non credo di poter cavalcare.
E finito di dir queste parole abbassò la testa impensierita.

Pigreco vide l’amica aprire gli occhi e non si stupì del fatto che fosse disorientata, del resto aveva appena subito un mancamento ed Alice aveva spiegato bene cosa accadeva in quei casi… Pigreco aveva assistito a molti mancamenti sul campo di battaglia, dove alcune donzelle, erano chiamati così i cavalieri alle prime armi, subivano svenimenti per la paura, le marce ed i digiuni prolungati.

Ora guardava Thalatta curioso.
“Fate come volete, siete voi i medici” disse rivolgendosi alla sorella e ad Alice “però rimango convinto che un’immersione nello sterco non le farebbe male. Vedete quanto è pallida?” esclamò tornando ad osservare, dubbioso e preoccupato, l’amica.

“Ma Thalina, non devi preoccuparti per il ritorno… potrai rimanere con noi quanto vorrai, anche per sempre!” disse, consapevole dell’effetto che quelle parole avrebbero potuto avere sull’amica.

Quando si conobbero, a Pistoia, non si erano trovati simpatici; non si erano capiti, ed il loro rapporto attuale era il risultato di molti anni di incomprensioni alle quali, entrambi, non avevano mai dato possibilità di radicarsi, chiarendole sempre prima che potessero produrre i loro nefasti effetti.

Erano amici veri, nonostante tutto… e Pigreco non aveva mai smesso di provare per lei quel sentimento di fraterno affetto che lo portava all’atteggiamento protettivo che da sempre le aveva riservato.

Si rivolse ad un'inserviente “che venga preparata una camera per la nostra Ospite” ordinò rivolgendo poi un sorriso a Renèe.

ESPULSO Messaggi : 16

… anche per sempre!
Questa frase riecheggiava nella testa di Thalatta, sapeva che ciò che aveva pronunciato Pigreco era più che un semplice invito dovuto alla cortesia ed all’accoglienza, sapeva che la risposta non poteva esser dettata dalla stanchezza fisica del momento o dalla voglia di trascorrere del tempo con dei vecchi amici… Rappresentava un cambiamento nella sua vita e forse uno sconvolgimento nella vita di altre persone. Non poteva rispondere, non sapeva come rispondere ad un invito così importante, aveva bisogno di tempo, doveva decidere bene cosa fare.

Grazie Pigreco, sono felice di trascorrere la notte qui, ho bisogno di riposo, credo di essermi stancata troppo con il viaggio. In questi ultimi tempi non sono stata molto bene, ma non mi era ancora mai capitato di perdere i sensi e non volevo accadesse oggi qui…
Disse la dama arrossendo in viso, come imbarazzata per l’accaduto e poi aggiunse...

Soprattutto perché conosco il tuo interesse per i benefici dovuti all’immersione nello sterco… Se non fossi rinvenuta grazie ad Alice so bene che avresti proceduto secondo i tuoi metodi!!!
Scoppiarono tutti a ridere nell’immaginare il rituale, l’odore e l’immersione. Grazie a questo argomento la dama era riuscita a cambiare argomento e non dover rispondere subito alla proposta fattale da Pigreco.

Ora scusatemi, vorrei riposare per poter essere del tutto in forma domani, potreste accompagnarmi in camera?
Allora dopo aver salutato Pigreco e Alice, Thalatta e Renee si diressero verso la camera che avrebbe accolto la donna per la notte.
Grazie ancora, mi avete accolta con familiarità, avete superato le mie aspettative, sapevo che avrei trovato un ambiente accogliente, ma tutto ciò è molto di più di quanto prevedessi… Grazie davvero Disse la Dama abbracciando Renee…
Salutata l’amica Thalatta si ritrovò sola in quella enorme stanza, aveva tutto il tempo per pensare, per decidere cosa fare. Provò a riposare ma era inutile, intanto le ore passavano, lei aveva deciso, aveva già deciso nel momento in cui Pigreco le propose di restare per sempre con loro! Sapeva già qual’era la sua risposta, ma non poteva comunicarla in quel momento… doveva aspettare… come fare allora?
Si diresse ad un piccolo scrittoio posto ad un lato della stanza e iniziò a scrivere una lettera…
Terminato di scrivere la imbustò, la chiuse e la sigillò con della ceralacca.
Raccolse le sue cose, si mise il mantello e posò la lettera sullo scrittoio, sapeva che qualcuno la mattina seguente non vedendola arrivare l’avrebbe cercata in camera e lì avrebbe trovato la sua lettera e un biglietto…

La lettera è per Pigreco, che la apra solo con la venuta del nuovo anno, solo nel secondo mese del nuovo anno… non prima!
Grazie
Thalatta

Chiuse la porta della stanza dietro di se e si ritrovò nei corridoi silenziosi del castello, era quasi l’alba e nessuno la vide uscire… Si lasciò alle spalle il castello, gli amici e tutto ciò che era successo…